Osservazioni suburbane 1°
puntata
Mi sembra di sentire l’aria frizzantina, tipica d'alta montagna, del tutto inadeguata
al vestiario delle nostre città. Ricordo in particolare l’estate di qualche
anno fa, quando, in fuga da una Torino in ebollizione, a causa dell'afa
irrespirabile (merito dell’anticiclone africano), mi ritrovai quasi a battere i
denti (ero in maglietta) durante una sosta a quota 2400 per la strada di
Nivolet. Certo, esiste sempre il rischio di trovare un cielo non proprio
ottimale, come l’anno scorso ad esempio… Alla partenza un cielo cristallino, blu scuro, si
pregustava un’osservazione notturna da favola quando, all’improvviso, ecco una
nebbia avvolgerci da ogni parte, “rubandoci” non solo il cielo ma anche le
nostre speranze diurne; 130 km, per ritrovarsi avvolti in una cappa nebbiosa!
Il mese scorso ci siamo occupati di osservazioni in alta montagna, certamente
gratificanti, per vari motivi: possiamo goderci la vista di bei panorami
montani, un’uscita fuori casa fa sempre piacere e, per ultimo anche se non meno
importante, si riesce finalmente a respirare dell’aria buona! Questo mese e
quello successivo, ci occuperemo invece di osservazioni svolte da località meno
favorevoli; cosa possiamo sperare di osservare dalla nostra postazione
suburbana, oltre ai pianeti e le stelle doppie? Per osservare gli oggetti del
cielo profondo, dobbiamo per forza recarci in altura? Senza voler sminuire
l’importanza di una località non inquinata dalle luci artificiali, ne (cosa
altrettanto importante) una postazione d’alta quota, posso rispondere che è
possibile (con qualche riserva e accortezza), fruire del cielo profondo anche da
località suburbane. Ho ricevuto diverse E-Mail di amici che, lamentando
l’impossibilità dovuta ai motivi più disparati, di recarsi sotto i cieli non
inquinati, mi chiedevano come sfruttare la propria strumentazione, a volte di
prim’ordine! Avendo fatto diverse esperienze dalla mia postazione suburbana, con
vari tipi di strumenti, dal piccolo (ma glorioso) 114/900, al prestigioso
rifrattore apocromatico Astro-Physics da 155 mm. Ma anche con il “lussuoso”
Celestron 14 e il newtoniano da
408 mm (per non parlare poi del “Bimbo”, il
mostro da 508 mm) mi sento in grado di tentare almeno qualche consiglio.
Tanto per cominciare, bisognerebbe (nei limiti del possibile) cercare di
raggiungere un certo adattamento all’oscurità e, sempre nei limiti del
possibile, cercare di mantenerlo. Costruire, anche con del semplice cartoncino
nero, un paraluce di sufficiente lunghezza, per lo strumento, utilizzando un
panno nero, da avvolgere intorno alla testa durante le osservazioni. Anche un
sapiente, nonché appropriato, utilizzo dei filtri interferenziali, può risultare
decisivo. Ad esempio, un filtro a larga banda può aiutare a ridurre
l’inquinamento luminoso (a patto di non attendersi miracoli), mentre filtri a
banda più stretta (OIII, UHC) possono essere utilizzati nell’osservazione delle
nebulose più brillanti, e nelle planetarie.
Nel 2002 mi ritrovai fra le mani un buon Schmidt-Cassegrain da 356 mm (C14),
decisi di provare a fruttarlo anche dalla mia postazione suburbana; l’ammasso
globulare M5 nella costellazione del Serpente, ben alto nel cielo, rappresentava
una buona occasione per provare la buona risoluzione di questo strumento. Ma
prima di occuparcene spendiamo due parole su questo globulare, curiosamente trascurato, forse
perché la nostra mente “vola” su ben altri oggetti di questa categoria, come
M13, M3, M10, M12 ecc. E’ più che giusto gustarsi certe autentiche meraviglie,
ma anche questo globulare merita d’essere gustato e apprezzato, confrontandolo
magari con i precedenti, potremmo scoprire che non sfigura affatto!
M5 è stato avvistato per la prima volta da Gottfried Kirch assieme alla moglie
(Maria Margarethe), nel mese di maggio del 1702; stavano osservando una cometa
quando si imbatterono in M5, che descrissero come “una stella nebulosa”. Messier
lo ritrovò (indipendentemente) sempre nel mese di maggio, ma del 1764,
descrivendolo alla sua classica maniera; “nebulosa rotonda senza stelle”. Fu
risolto la prima volta, nell’alone, da W. Herschel. Pensiamo che le sue
componenti più brillanti sono di mv 12,2, e la sua classe di appartenenza è la
quinta.
Nota: ricordo brevemente che la classe di un ammasso globulare, indica il suo
grado di concentrazione. Si parte dalla classe I (massima concentrazione)
arrivando alla 12 (minimo). Ovviamente, per stimare la facilità o meno, nella
risoluzione di un globulare assieme alla magnitudine visuale delle componenti più
brillanti, bisognerà prendere in considerazione la sua classe di appartenenza.
Una caratteristica che lo contraddistingue è la sua forma ellittica (risulta
allungato verso nord/est), inoltre, dovremmo ricordarcene quando lo vedremo
scintillare nel campo del nostro strumento, è uno degli ammassi globulari più
vecchi, la sua età stimata si colloca intorno ai 13 miliardi di anni! Anche le
sue dimensioni reali non scherzano, la luce impiega ben 165 anni (ho trovato
altre stime di 125/130 a.l.) ad attraversarlo da una parte all’altra; dista ben
24.500 anni luce, si tratta insomma di un oggetto colossale.
La conoscenza di ciò che osserviamo non può che impreziosire l’osservazione in
se stessa, o almeno è quello che capita al sottoscritto, oramai fin dal lontano
dicembre del 1981, da quando fu “rapito” dalla scienza del cielo. Per risolverne
l’alone basta anche uno strumento dal diametro di 100 mm o anche meno, a
ingrandimenti sostenuti, durante una serata dal seeing discreto. Osservato con
diametri generosi diviene decisamente maestoso (si veda la mia descrizione con
il “Bimbo” del mese di giugno 2004). Osservando M5 con il catadiottrico da 356
mm, dalla mia postazione suburbana, nel mese di luglio del 2002 (15 km dalla
città di Torino), approfittando di una buona trasparenza atmosferica e del fatto
che erano appena cessati i cosiddetti “venti di caduta” (foehn), ne riporto la
seguente descrizione; “95X – lo risolvo praticamente fino al nucleo, c’è una
stellina di colore giallo, di mv 5,4 (var.) posta a circa 23’ verso sud/est, che
non arreca disturbo. 275X – meraviglioso! Comincio a notare la colorazione delle
componenti esterne. 623X - visione incredibile; completamente ‘spappolato”.
Questa osservazione si riferisce a un ammasso globulare, una categoria di
oggetti celesti cosiddetti “non stellari” che risente meno di un cielo inquinato. Il
prossimo mese ci occuperemo di oggetti un po’ più delicati…
Buone osservazioni. |