Cogli l’attimo

Il desiderio di osservare le meraviglie celesti, può portare, a volte, a compiere azioni estreme. Non capita poi così raramente vedere alcuni astrofili organizzare la propria vita in base al cielo, ed in questo non ci trovo nulla di sbagliato. Conosco una persona, che al momento di scegliere la località dove far costruire la propria abitazione, si recò con l’addetto ai lavori sul posto, convocandolo di notte; questo pensò probabilmente che il nostro era un vampiro, ed invece no, si trattava molto più semplicemente di un astrofilo, sempre un “animale “notturno, ma di tutt’altro genere! 
Quando si coltiva una passione come quella per l’astronomia, sono molte le cose che bisogna mettere in conto: il costo degli strumenti, in base non solo alle proprie disponibilità economiche, ma anche alla qualità del cielo, e il suo uso effettivo: meglio avere un telescopio più piccolo e magari meno costoso ma usarlo, piuttosto del contrario no? 
Dice un famoso adagio; se non li puoi battere fatteli amici, riferendomi all’inquinamento luminoso, (non ho affatto intenzione di gettare la spugna nella dura lotta contro l’inquinamento luminoso, dico solo che nel frattempo bisognerà pure in qualche maniera conviverci): conosco astrofili che se non hanno sopra le loro teste un cielo più che degno non effettuano osservazioni, e all’altro estremo, conosco persone che si ostinano a “osservare” anche con il cielo semicoperto. Vediamo allora i due estremi, possibile che non ci sia una via di mezzo? 

Le previsioni del tempo 
Molte volte ascoltiamo le previsioni del tempo, e quando viene riportata una situazione di tempo buono, ma non riusciamo a osservare per la pessima qualità del cielo, c’è la prendiamo con i meteorologi, sbagliando, e questo perché viene generalmente ignorato un fatto: le previsioni del tempo non vengono fatte pensando all’osservazione astronomica! Da qualche parte in America, c’è qualcuno che offre questo servizio, (un servizio purtroppo locale), dicendo le cose come stanno da un punto di vista astronomico, e del fatto che non sempre il tempo “bello”, sia buono per gli astrofili. Che fare allora? Utilizzare le previsioni per pianificare le nostre osservazioni, se in città o in montagna, un'operazione questa, oramai divenuta di una facilità estrema; con internet è facile trovare i siti adatti. A questo punto l’astrofilo deve diventare anche un po’ metereologo, nel senso di imparare a interpretare le previsioni meteo in base alla propria località. 
Ho da raccontare un aneddoto in proposito: qualche mese fa assieme ad alcuni amici astrofili, ci stavamo preparando per andare in montagna a osservare, ma eravamo piuttosto indecisi, le vette montane, normalmente perfettamente visibili in buone condizioni, non s’intravedevano neppure, che fare? Feci una ricerca in internet su alcuni siti meteo, scoprendo che per la regione Piemonte le condizioni in montagna erano buone, almeno fino alla fine del giorno dopo, e poi guardando il Sole tramontare, vidi che scendeva “pulito”, sotto l'orizzonte, segno evidente di assenza di perturbazioni, decidemmo di andare, ritrovandoci così ad osservare sotto uno dei migliori cieli mai visti, perché la cappa di umidità che ci impediva di vedere le cime dei monti ci proteggeva anche dalle luci artificiali. 
E’ anche vero, ci saranno anche occasioni per delle cantonate, pazienza, il “mestiere” dell’astrofilo è anche questo, vale comunque sempre la pena rischiare in certe circostanze. 

Delusioni a meno che… 
Quando acquistai il dobson da 50 cm di diametro, rimasi stupefatto dall’incredibile quantità di luce che  è in grado di raccogliere, tanto da non farmi rimpiangere le immagini fotografiche, (non più di tanto almeno). La prima volta che utilizzai il “mostro” da mezzo metro, fu in alta montagna, sotto un cielo non inquinato dalle luci artificiali, le osservazioni effettuate in quell’occasione mi lasciarono un buon sapore, tanto che feci fatica a prender sonno…
Quando utilizzo il dob dalla mia postazione abituale, (in provincia di Torino, sotto un cielo con mv limite intorno alla 4,5/5, solo nelle migliori condizioni), il discorso cambia radicalmente; anche con un diametro così generoso, le galassie – i miei oggetti preferiti – si osservano, quando visibili, come macchiette spettrali. Quale enorme differenza con il cielo di montagna, dove posso ammirare le braccia a spirale e le bande di polveri di questi lontanissimi corpi celesti! Ne seguì una delusione.
Ovviamente fu la delusione del momento, guidata forse dal ricordo ancora nitido, delle osservazioni montane, non riuscivo ad accettare un rapporto segnale/rumore così spaventosamente basso. Anche l’utilizzo dei filtri interferenziali non serve poi a molto in queste circostanze; se la banda è molto larga (Deep Sky), il fondo cielo diviene leggermente più oscuro, ottenendo solo un lieve miglioramento, e per giunta alterando la luce stellare, se la banda è molto stretta, (UHC), la perdita di luminosità potrebbe risultare eccessiva per oggetti così deboli, oltre a essere inadatto, che fare?
Potremmo utilizzare una camera ccd, ma per un osservatore visuale potrebbe non essere la miglior soluzione, chi scrive utilizzò il sensore al silicio, ma non riusciva a provare l’emozione dell’osservazione diretta, così dovette abbandonarla. Potremmo utilizzare un intensificatore di immagine, sempre se ci si accontenta di immagini verdi! (A qualcuno potrebbe anche piacere, ho letto da qualche parte di un tale che utilizza regolarmente l’intensificatore accoppiato con una telecamera). 
Possibile che un purista debba scomparire?! Beh, scomparire proprio no, diciamo che deve adattarsi intelligentemente alle locali condizioni di cielo. 
Qualcuno mi disse che le stelle son sempre là, questo non è vero, anche se per quello che concerne la nostra vita possiamo dire che costui ha ragione… forse “loro” saranno sempre là, ma noi no, dobbiamo prendere la palla al balzo ogni qualvolta lo si può fare. Certamente il fatto di osservare le meraviglie celesti non deve limitare la nostra sfera di interessi anche in altri ambiti, rischio questo francamente molto remoto per quanto riguarda l’astrofilo, in quanto le condizioni di cielo non sono sempre favorevoli, a meno di non abitare in pieno deserto. 

Quando, come e cosa
Anche se il cielo è sgombro da nuvole, non sempre si verifica la una situazione di trasparenza da oggetti deboli, è comune esperienza che quando il cielo è eccezionalmente trasparente, – solitamente – c’è cattivo seeing, mentre quando la trasparenza è scarsa, l’aria è calma ed il seeing ottimo. 
Non è poi così infrequente, poter osservare magnificamente pianeti e stelle doppie in città nelle afose notti estive, chi scrive ha potuto godere di spettacolari visioni della Luna e di Marte (in opposizione), durante la scorsa estate così eccezionalmente calda. Ricordo una splendida osservazione lunare, effettuata con il newton da 114/900 diversi anni fa, durante una notte di nebbia, non vedevo neppure le auto parcheggiate sotto casa, ma riuscivo a vedere la Luna; quanti incredibili dettagli, avessi avuto il mio 50 cm…
Come recitava il titolo di un vecchio articolo di astronomia: Niente stelle stanotte? Allora si va per fulmini, bisogna fare di necessità virtù, e osservare gli oggetti celesti in base alle condizioni atmosferiche. Certo è che se il cielo è coperto o quasi, oppure in quelle nottate spazzate dal forte vento e con la Luna piena, non possiamo osservare gli oggetti del profondo, e neppure il nostro satellite naturale o eventuali pianeti e stelle doppie, in questi casi faremo altro.
Non abbiamo bisogno di un cielo tipico dell’Arizona per ammirare i delicati contrasti di colore della stella doppia Albireo, oppure l’eccezionale spettacolo offerto dalla vista di un ammasso globulare, in questi casi anche un cielo da pianeti è più che sufficiente, e in condizioni migliori ma sempre non da montagna, un buon filtro del tipo Deep Sky o Ossigeno III, possono farci ammirare delicate strutture in nebulose gassose. Si vuole raccontare a tal proposito che durante una serata di osservazione, chi scrive ha puntato la nebulosa M8 nel Sagittario, con un telescopio da 25 cm di diametro, riuscendo a stento vederla, l’uso del filtro OIII ne ha ribaltato completamente la visione: prima del filtro vedevo solamente le stelle dell’ammasso aperto Ngc 6530, (immerso nella nebulosa), circondato da lievi e slavati veli grigiastri, con l’inserimento del filtro il “miracolo”, M8 appariva in tutta la sua gloria, con la parte oscura che la tagliava in due dandole il nome Lagun nebula! Stesso discorso per M16 e M17, mentre sulle nebulose planetarie, l’uso di questo filtro può fare la differenza tra vederle e non, sia in città che in montagna. 

Cogli l’attimo
Abbiamo visto che ci sono molti oggetti celesti che possono essere osservati, con un certo profitto, anche da cieli moderatamente, (e in alcuni casi perfino pesantemente), inquinati, ma a parte Luna pianeti e stelle doppie, un cielo limpido e scuro, non inquinato dalle luci è di basilare importanza per poter apprezzare appieno tutti gli oggetti del profondo. Un astrofilo dovrebbe perciò dedicare parte della sua attività sotto un cielo cristallino, se vuole crescere come osservatore del cielo profondo, e questo per un motivo ben preciso. 
Per una osservazione proficua degli oggetti del profondo cielo è richiesto un perfetto adattamento al buio del nostro occhio, (vedi L’osservazione visuale), ma quest’adattamento non potrà in pratica mai essere raggiunto in presenza della pur minima traccia di inquinamento luminoso. 
Un mio amico astrofilo si lamentava con il sottoscritto del fatto che, pur possedendo un telescopio dal diametro generoso, (356 mm), non riusciva a osservare gli oggetti del profondo cielo dalla sua abitazione, (anche lui in provincia di Torino). Una sera organizzammo una sessione di osservazione presso la sua abitazione, dove sono riuscito a capire i motivi di tanta insoddisfazione. 
Il primo motivo è di ordine psicologico; in relazione allo strumento utilizzato, “doveva” vedere in un certo modo, bisogna però fare i conti con l’inquinamento luminoso. Pensiamo anche che non è sufficiente voler vedere per riuscire a vedere, e l’aspettazione non può sostituirsi alla sensata esperienza. 
Il secondo motivo risiedeva nel punto che abbiamo trattato sopra, questo mio amico non sceglieva gli oggetti da osservare in base alle condizioni di cielo, e soprattutto, cercava di osservare principalmente galassie. 
Il terzo motivo consisteva nel mancato adattamento al buio, infatti costui per consultare atlanti celesti, cartine e quant’altro, non faceva nient’altro che rientrare in casa, con le luci della stanza a pieno regime, consultare le mappe celesti e uscire nuovamente in balcone tentando di osservare; fatica sprecata! E’ come costruire una casa di giorno per distruggerla durante la notte. 
Gli feci capire questo, assieme al fatto che non è possibile raggiungere il completo adattamento al buio in simili condizioni, vuoi per i lampioni stradali, vuoi per i fari delle auto, vuoi per i riverberi… 
La sua vita di astrofilo “suburbano” cambiò, ora si gode la Luna e i pianeti, nonché le stelle doppie, e si reca con il sottoscritto in montagna, osservando galassie di mv 15 con il dob da 50 cm. 
Per finire, inviterei gli astrofili osservatori a sfruttare maggiormente il proprio sito di osservazione, ma di non commettere l’errore madornale di trascurare la montagna, perché bisogna ricordarsi sempre di cogliere l’attimo. 

 

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