Una serata in alta montagna,
siamo agli inizi di giugno e l’estate spinge prepotentemente, l’aria è
frizzante ma non fredda, è piacevole osservare. Il seeing è accettabile e le
galassie ci invitano a riflessioni profonde sull’universo e su noi stessi:
l’osservazione del cielo è anche questo.
Dopo avere osservato diverse galassie nella Vergine, posta in bella mostra
verso ovest, e meglio ancora nella Chioma di Berenice, dove le galassie del
catalogo Messier, rivelano chiaramente dettagli fotografici: una M99
perfettamente strutturata, una bella girandola spiraliforme, che circonda un
nucleo brillante e stellare. Oppure una M98, chiaramente allungata, con una
regione nucleare “presente” e diverse bande oscure, che emergono nei
dintorni del nucleo.
La serata osservativa ha il suo inizio intorno alle ore 23.45, a causa
dell’orario estivo, con l’amica Luna (un po’ meno amica in queste
circostanze!) che sorge verso le 0.30. Al momento di programmare la serata
in montagna, eravamo ben consci di questo, ma le condizioni meteo (e le
previsioni per i giorni successivi) non lasciavano molto margine di scelta.
All’oculare del telescopio, immersi in tanta bellezza e profondità però, ci
si dimentica presto degli orari, ed è un bene che sia così, una sana
passione deve condurre a questa specie di ”limbo temporale”, dove (come in
un amore) ci si dimentica di tutto: degli impegni, della stanchezza, della
temperatura esterna, del tempo che passa e perfino di se stessi! Così,
impegnati a districarci tra i particolari minuti, e in alcuni casi
decisamente fini, siamo stati “richiamati” dalla Luna che faceva,
timidamente, capolino all’orizzonte est, il quale nonostante parzialmente
nascosto dal fogliame di alcuni alberi, non è stato in grado di celare la
presenza del nostro satellite nascente. Questo è quanto deve accadere in un
sito buio (quello dove ci rechiamo abitualmente per le nostre serata tra le
stelle, è ragionevolmente buio, dove si possono ancora osservare, per
buona parte delle notti dell’anno, stelle poco oltre la 6 mv).
È successo quello che normalmente accade, quando si è impegnati in
un’attività, che ci coinvolge oltremisura, e ci rende difficile anche solo
pensare di fare una pausa, figuriamoci un fermo! Abbiamo continuato a
osservare, non curanti dell’avanzare dell’”astro della notte” sul nostro
orizzonte, finchè “quale grazia e magnificenza!”; tutt’intorno a noi, il
fogliame delle cime più alte degli alberi, cominciò a essere inondato
dall’argentea luce della Luna, che rendeva il paesaggio fiabesco… La Via
Lattea sbiadì lentamente, quasi a voler lasciare il posto alla luce più
intensa, sebbene aggraziata, del nostro satellite naturale. Sulle prime
fummo colti da stupore e senso di meraviglia: com’era bello il paesaggio
circostante, indorato dalla candida luce lunare … ma poi realizzammo che
quello, pur bello spettacolo, significava la fine dell’osservazione delle
galassie. Ma oramai il telescopio era in piena opera, e noi avevamo
assaporato troppo la serata per rassegnarci velocemente a una anticipata
fine della nostra nottata, decidemmo di dedicarci a una rapida carrellata di
oggetti spettacolari. La vera sorpresa della serata avvenne proprio in quel
momento, in quanto la “rapida carrellata” ci assorbì molto più tempo di
quanto potevamo immaginare. Con una Luna ormai “prepotente”, cominciammo a
osservare oggetti tipicamente estivi, nel pieno del “Campo dei miracoli”
(nella costellazione del Sagittario), accorgendoci che erano tutt’altro che
sbiaditi!
Osservando la nebulosa “Lagoon” (M8), complice anche il filtro UHC, mi sono
accorto che non solo risultava ben contrastata (la sua buona luminosità
aiuta) ma, soprattutto, estesa, con dei nastrini e chiaroscuri, distribuiti
nella parte nord; tutto questo ben visibile nonostante la prepotente luce
lunare che ormai rischiarava il luogo di osservazione! Una buona sorpresa è
risultata anche la visione degli ammassi stellari, i quali – senza l’aiuto
di un filtro - mostravano stelline colorate distribuite su uno sfondo
discretamente oscuro. Particolarmente entusiasmante, la visione della nube
stellare
M24; una sabbia finissima di stelline puntiformi, “sporcata” da
alcune – nette – nebulosità oscure…
Abbiamo concluso la nostra serata tra le stelle qualche ora dopo, avendo
gustato diverse nebulose e ammassi aperti, e provando a noi stessi che
osservare con la presenza di una Luna in età non molto avanzata è fattibile.
Abbiamo anche constatato che il chiarore lunare, pur arrecando un certo
disturbo, non affligge l’osservazione di determinati oggetti del cielo profondo, come
invece (sic!) fa l’inquinamento
luminoso. Ma anche che, la trasparenza del cielo di montagna, viene
mantenuta a dispetto della luce lunare.
Ovviamente non voglio sostenere per nessun motivo, una presunta parità di
condizioni osservative, con la presenza della Luna o meno; un cielo terso e
nero, con la totale assenza di qualunque fonte luminosa (Luna compresa) è
insostituibile.
Ne (come purtroppo qualcuno si è permesso di attribuirmi), ho mai espresso
l’inutilità di uno strumento, anche di grosso diametro, da cieli suburbani
(dico solamente che risulta sotto-utilizzato, e per questo sfido chiunque a
dimostrarmi il contrario).
Al momento di programmare le osservazioni, teniamo in conto anche una certa
fruibilità, pur disponendo di una buona fetta di Luna nel cielo.
Buone osservazioni e ci vediamo a Saint Barthélemy il 18-19-20 settembre!
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