Osservazioni suburbane 3°
puntata
Ben alta sulla nostra testa questo mese, la piccola costellazione del Delfino,
possiamo osservarla approfittando di temperature più “umane”, anche se Settembre
è ancora in grado di cuocerci per bene, persino in ore tipicamente serali!
Abbiamo avuto modo di vedere nei mesi scorsi che, utilizzando i dovuti
accorgimenti, abbinati ad un minimo di flessibilità, è possibile godere del
cielo profondo anche dalle nostre località suburbane relativamente inquinate
dalle luci.
Conosco persone che, pur dotate di una certa (vasta) esperienza e, non mancando
della sufficiente costanza e passione per l’osservazione visuale degli oggetti
deboli (alcuni anche decisamente diafani), si rifiutano di osservare sotto cieli
affetti da un minino inquinamento luminoso. Potremmo definirli i “puristi” della
trasparenza! Ora, pur non scagliandoci contro questa nobile categoria (dalla
quale non mi sento del tutto estraneo) bisogna ammettere che, almeno di non
essere tra quei pochi fortunati (sic!) che abitano in zone non interessate
dall’inquinamento luminoso, non ci si può recare sempre in alta montagna alla
ricerca di cieli tersi e cristallini. Ora, se non vogliamo buttare alle ortiche
il nostro fidato strumento, bisognerà cercare di minimizzare il danno provocato
da questo muro di luce. Recentemente nello stabile in cui risiedo, sono state
“piantate” nuove luci, con la motivazione (molto valida non c’è che dire!) che
“ci sono molti drogati”. Stabilito che l’illuminazione non serve a scoraggiare
chi fa uso di droghe e che, come dissi a una di quelle persone che hanno
piazzato le suddette luci, “il lampione serve ad illuminare meglio la vena del
drogato”, bisogna considerare che l’illuminazione, drogati a parte, serve verso
il basso e non (come era successo in un primo momento dove abito) verso l’alto.
Utilizzando un po’ di tatto e diplomazia, ho ottenuto che le luci, poste
direttamente sotto il mio balcone, venissero schermate. Sono ben consapevole del
fatto che, con questa mia azione, non ho risolto l’inquinamento luminoso, ho
però contribuito a contenere almeno il danno a livello locale.
Se ognuno di noi, facesse valere un minimo di sacrosanto (e ragionevole)
“diritto al buio”, potremmo proteggere, nei limiti del possibile, le nostre
postazioni suburbane. Personalmente, assieme all’amico Luciano Spanu, abbiamo
progettato uno schermo (spartano), che facendo uso di un telone, sistemato in maniera opportuna, ci
protegge
ulteriormente dall’illuminazione esterna, consentendoci un maggiore adattamento
all’oscurità dalla nostra postazione suburbana. Ma torniamo alla nostra piccola
costellazione del Delfino: ci sono due ammassi globulari degni di nota; uno è
NGC 7006 l’altro, NGC 6934; questo mese ci occuperemo di quest’ultimo. Scoperto da W.
Herschel nel settembre del 1785, si tratta di un globulare di mv 8,8, con 8,4’
appartenente alla classe 8. Le sue stelle più brillanti sono di mv 14 circa, si
tratta di un oggetto abbastanza compatto e brillante. Gli oggetti compatti
mantengono un favorevole rapporto segnale/rumore, anche sotto cieli
moderatamente inquinati. Lo possiamo osservare anche con strumenti da una decina
di centimetri che, se utilizzati a bassi ingrandimenti, lo mostreranno nelle vicinanze di
una stellina arancione di mv 9,4, come un batuffolino di cotone, brillante al
centro. Ingrandimenti più sostenuti ci fanno notare una dimensione angolare più
grande e una regione nucleare particolarmente brillante. Siamo lontani anche da
una granulazione con questa classe d’apertura. Con 200 mm d’apertura, se il
seeing è buono, possiamo cominciare a vedere segni di una certa granulazione,
che tuttavia stenta a trasformarsi in risoluzione. Se la serata è
particolarmente trasparente è possibile notare alcune stelline emergere dalla
brillante (quasi abbagliante) regione centrale. A partire dai 250 mm di
diametro, possiamo cominciare a “rubare” alcune stelline al suo alone; “278X –
si nota, non senza una certa fatica e con la visione distolta, una manciata di
stelline proiettate sull’alone” (SC 254 mm in postazione suburbana). Strumenti
dal diametro più contenuto, ma di configurazione ottica differente, possono
regalarci visioni inaspettate per diametri non molto grandi; “220X – con la
visione distolta, cominciano a saltar fuori (timidamente) alcune stelline
dall’alone, sembrano ribollire…” (apo da 155 mm i postazione suburbana).
Possiamo vedere come queste due ultime descrizioni non differiscano poi di
molto, in quanto, pur essendo la seconda aperture minore, l’estrema qualità del
suo obbiettivo, sfruttando ottimamente la luce raccolta, riesce quasi ad
eguagliare le prestazioni del primo, almeno per quanto riguarda il potere
risolutivo. Inviterei chiunque possa osservare questo ammasso globulare con
strumenti dal diametro vario, ma anche (eventualmente) di configurazione ottica
differente, a sperimentare in prima persona le differenze e/o le affinità
riscontrate direttamente all'oculare. Sono
riuscito a risolvere quasi fino al nucleo questo globulare, con il mezzo metro
da un sito di montagna, dove poteva rivaleggiare con ammassi ben più brillanti
(M3, M13, M92) visti attraverso strumenti più modesti.
Ricapitolando, dalla nostra postazione suburbana, non solo è possibile crearsi
una personale lista di oggetti celesti da contemplare e studiare a fondo, ma
anche gettare le basi per un’esperienza tutt’altro che trascurabile, nell’ambito
di quella difficile arte che è l’osservazione diretta del cielo.
Buone osservazioni e al prossimo mese!
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