Per salutare le ricche costellazioni estive, possiamo attendere il mese di ottobre; gustiamoci ancora i meravigliosi campi stellari
tipici della stagione calda.
La costellazione del Sagittario, anche se bassa, si presta bene all’osservazione, sotto un cielo adeguato, questo vale anche per lo Scudo. Le costellazioni dell’Acquario e del Cigno invece, si prestano molto bene per essere osservate.
Questo mese dedicherò la mia attenzione sulle nebulose planetarie, (eccezion fatta per un ammasso aperto nello Scudo), quelle splendide bolle di gas che, espandendosi nello spazio ci regalano momenti di indimenticabile bellezza all’oculare di un telescopio.
NGC 6629 – Nebulosa Planetaria – mv 11,3 – Dim. 16” - mv stella centrale – 12,9 Costellazione: Sgr
Questa bella nebulosa planetaria, si situa circa 1,4° a nord dell’ammasso globulare M28 e appare in un bel campo stellare.
Per apprezzarla al meglio dobbiamo portarci sotto un buon cielo, minuti di uno strumento avente un’apertura da 200 mm, con diametri minori la planetaria sarà visibile ma non darà molta soddisfazione.
Diversi osservatori la vedono lampeggiare, io non ho notato questa caratteristica,
comunque ne riporto la seguente osservazione, effettuata sotto un buon cielo suburbano moderatamente inquinato, con un SC da 356 mm:
435X con OIII – Magnifica! L’osservo vicino a due brillanti stelline di campo che non disturbano l’osservazione. Appare approssimativamente sferica, anche se mi sembra di notare alcuni sbuffi nebulari uscenti in direzioni diametralmente opposte. La stellina centrale si identifica meglio senza il filtro OIII.
NGC 7008 – Nebulosa Planetaria – mv 13,3 – Dim. 1’ - mv stella centrale – 13,2 Costellazione: Cyg
Identificare in cielo la posizione di questa (diafana) nebulosa planetaria non è semplice, in quanto si trova circa 9° a nord di Deneb, consiglio, (a coloro che sono sprovvisti di computer di puntamento), di fare lo star hopping, (saltare da una stella all’altra), utilizzando un ottimo atlante stellare.
A dispetto di chi afferma di avere osservato questa planetaria con un’apertura da soli 102 mm, chi scrive la riporta come un oggetto diafano, osservabile si con diametri relativamente modesti, sotto cieli cristallini, ma decisamente spettrale.
Un minimo accenno di struttura comincia, timidamente ad apparire, solamente con strumenti da 200 mm, utilizzando il filtro OIII.
Strumenti aventi aperture da 350 mm in su, saranno in grado di rivelare un oggetto davvero interessante:
133X – la vedo a ridosso di due brillanti stelline, (verso sud), di mv 8,5, bianco-azzurra, e mv 9,5 giallognola: è davvero molto bella! Osservo chiaramente delle chiazze che mi ricordano l’impronta lasciata da un gatto. L’aggiunta del filtro OIII
ne migliora notevolmente la visione, vedo alcuni noduli brillanti disposti a quadrato, il nodulo a nord appare il più brillante. La planetaria è allungata in direzione nord/sud.
(Dobson da 508 mm in alta montagna).
NGC 7009 (Saturn nebula) – Nebulosa Planetaria – mv 8 – Dim. 25”X100” - mv stella centrale – 12,7 Costellazione: Aqr
Situata quasi 3° a sud/ovest di M72, questa planetaria dalla forma così “familiare”, è talmente brillante da scorgerla con un binocolo,
il quale - ovviamente - mostrerà un aspetto stellare.
Ngc 7009 fu scoperta da W. Herschel nel settembre dell’anno 1782, ma dobbiamo il suo nome a quell’abile osservatore del cielo profondo che fu Lord Rosse, al quale – evidentemente – ricordava il pianeta Saturno. Questa bella planetaria impressionò molti celebri osservatori del cielo profondo, per alcuni dei quali
(l’ammiraglio Smyth per esempio) si trattava di un raro oggetto.
Ricordo di esserne rimasto abbastanza impressionato la prima volta che puntai quest’oggetto, solitamente (utilizzando piccoli diametri) è difficile scorgere una forma così netta in un oggetto celeste, ma la Saturn mostra una chiara forma allungata con due anse altrettanto evidenti, specialmente con l’uso dell’OIII.
Possiamo osservarla con profitto anche sotto cieli relativamente inquinati e, se per alcuni aspetti l’uso del filtro OIII la rende eccessivamente brillante, per altri ci permette di cogliere alcuni dettagli strutturali. Chi scrive ebbe modo di osservarla dalla sua postazione abituale, con un Celestron 14, riuscendo a cogliere la sua particolare forma con ingrandimenti medi, mentre a 783X con OIII –
è l’equivalente di una buona immagine fotografica! Si stacca bene la stella centrale nonchè le anse e un guscio intorno alla regione nucleare, la nebula appare verdastra…
Mi piacerebbe sapere come la vede chi legge queste righe.
Ngc 6712 – Ammasso Globulare – mv 8,2 – Dim. 7,2’ – Classe – 9 – Costellazione: Sct
Questo ammasso globulare è situato in una ricca regione celeste, in piena Via Lattea. Scoperto da W. Herschel nel 1784, era già stato probabilmente individuato da Le Gentile nel 1749.
Non si tratta di un oggetto di facile risoluzione, dovremo attendere serate dal buon seeing con strumenti da almeno 200/250 mm, ad ingrandimenti medio alti, per poter sperare di strappare deboli stelline periferiche.
430X – E’ di difficile risoluzione; si fatica non poco a strappare le stelle dell’alone di questo globulare (seeing non propriamente eccelso). (Celestron 14 in postazione suburbana).
Ho avuto recentemente l’opportunità di rivolgere, su questo globulare, il mo mezzo metro, utilizzato sotto un cielo di 2600 metri;
133X – 200X – Risolto fino al nucleo, dove appare una specie di banda oscura. Non è un ammasso molto compatto, e mostra una forma non particolarmente “pulita”… (Ariete da 508 mm da Colle del Nivolet).
Questo ammasso globulare è abbastanza trascurato dall’astrofilo medio, perché?
NGC 7293 (Elica) – Nebulosa Planetaria – mv 6,5 – Dim. 12’ - mv stella centrale – 13,5 Costellazione: Aqr
Quando parliamo di oggetti deboli, generalmente pensiamo a galassie lontane, o fatiscenti nebulose sparse negli immensi spazi interstellari…Guardando la magnitudine apparente di questa planetaria, si pensa a tutto fuorché a un oggetto debole, invece è proprio così. Ci troviamo di fronte a una delle nebulose planetarie a noi più prossime, (circa 450 anni luce), ed è un oggetto veramente enorme, grande più o meno quanto la Luna piena!
E’ possibile rintracciarla circa 1,5° a sud/est della stella ipsilon Aquarii, una stella bianco giallina di mv 5,2. Un binocolo da una sessantina di millimetri, utilizzato sotto un cielo cristallino, potrà farci notare una debole macchia lattiginosa, somigliante a un spettrale gomitolo di lana, nessun particolare potrà essere scorto con piccoli strumenti. Anche diametri da 250 o più millimetri necessitano dei più bassi ingrandimenti e l’utilizzo del filtro OIII; una volta rispettata questa condizione potremo stupirci di non essere stati capaci a notarla senza il
filtro, ma è proprio così, chi scrive non riuscì nell’impresa anche utilizzando l’ottimo apocromatico da 155 mm. Per riuscire a cogliere visualmente il senso del suo nome, bisognerà utilizzare diametri abbastanza grossi.
Con il mezzo metro si riesce a vedere perfettamente anche senza il filtro: 66X – Visibile senza il benché minimo sforzo, distinguo la sua forma ad anello, appare più brillante verso sud/ovest – nord/est, inoltre riesco a vedere diverse stelline all’interno della nebulosità. 133X con OIII – Fotografica! È chiara verso l’interno, dove – in bella mostra – brilla la stellina centrale… anche il suo aspetto bilobato, a “doppia elica” appare abbastanza chiaramente. Vedo un colore arancio rosato!
Amici, cosa riuscite a cogliere osservando questa bella planetaria?
23 Aquilae – mv 5,3/8,2 – Separazione 3,0” – A.P. 360°
Le stelle doppie rappresentano un autentico spettacolo per gli occhi, ma anche una buona occasione per valutare la bontà delle ottiche dei nostri telescopi. Per non incorrere in delusioni cocenti, oltre la separazione in secondi d’arco di una stella binaria, dobbiamo prendere in esame anche un altro importante parametro; la differenza di luminosità tra le due componenti. In questo caso, una separazione di 3 arcosecondi la rende un oggetto
adatto anche per le piccole aperture, ma la differenza di mv tra le due componenti, la rendono una doppia non facile. Anche eccellenti rifrattori apocromatici da 100 mm possono faticare, (e fallire) nell’identificare la secondaria del sistema di 23 Aql! Aperture da 150 mm riescono comunque nell’impresa, ho avuto modo di osservare questa splendida doppia con un Celestron 14, a 498X trovandola;
splendida, la primaria mostra una netta colorazione arancione, mentre la secondaria è un incredibile puntino azzurrognolo!
(Vedi disegno)
Chi legge queste righe cosa dice?
|