Novembre 2010
 

Incredibile … ma vero !


"Ora, se considero ciò che talvolta capita a me,

non mi pare affatto impossibile

che una singola persona possa vedere ciò che mille non riescono a vedere ..."
 

(Da una lettera di Keplero a Galileo del 1610)

Paul Feyerabend  - Contro il metodo - Feltrinelli 1975


Si tratta dell’ennesima segnalazione di un amico, che girovagando sui vari forum, ha scovato una rediviva discussione sulla visione di tonalità cromatiche su alcune nebulose brillanti. Francamente pensavo che dopo un paio di articoli firmati da Gasparri e dal sottoscritto, sulla rivista Coelum, la questione si fosse “chiarita” (non dico appianata), almeno nelle sue linee generali, invece così non è. Senza voler utilizzare toni aspri e contenziosi (come è stato segnalato da qualcuno che evidentemente legge queste righe), voglio riaprire la questione, ma da una prospettiva “nuova” vale a dire, senza dietrologie di sorta.
Una delle questioni realmente incredibili, è insita in quella che posso definire una sorta di “lui si io no”; è come se ci si sentisse privati di un diritto; “ma come, non s’era detto una volta per tutte che i colori non si vedono?”, perdippiù corroborato dalla matematica … Beh, la questione non si è risolta proprio in questi termini; se si legge attentamente il mio articolo in risposta a quello di Gasparri (che tra l’altro firma su Coelum articoli come - La ripresa di dettagli ritenuti impossibili su Urano e Nettuno: avrà l’esclusiva sull’impossibilità?!) si può notare che, persino quest’ultimo ha dovuto ritrattare alcune questioni, in special modo sulla valenza dei diametri importanti nella visione degli oggetti deboli. Ma chi [nei forum] riporta – integralmente - l’articolo di Gasparri, si “dimentica” di menzionare alcuni argomenti, portati a favore della possibilità di scorgere tonalità cromatiche su oggetti estesi (sufficientemente brillanti, è bene ripeterlo per i duri di orecchie!). Come esempio, si cita una luminosità superficiale invariante all’apertura del telescopio utilizzato, senza menzionare una “cosuccia” (tra l’altro corroborata dalla prof.ssa Bressan, autrice del libro: Il colore della Luna) inerente la differenza tra un contrasto fisico [costante] e quello percepito [che non lo è]. In altri termini si tratta di una maggiore informazione, resa disponibile da un diametro più grande, a influire sulla percezione, non soltanto di tonalità cromatiche, ma anche di dettagli strutturali, altrimenti non si spiegherebbe tutto il “giro” intorno ai grossi Dobson, in netta ascesa anche in Italia (anche tra chi fino a qualche mese fa li denigrava).
Detto questo, in questa sede voglio esaminare alcune – brevi – questioni, ed esprimere alcune semplici considerazioni: ovviamente lascerò correre su degenerazioni del tipo “Albano ha gli occhi bionici” e altre amenità simili, frutto evidente di “mentucce” in preda al panico …

Filtri interferenziali
Per confutare la visione di tonalità cromatiche in nebulose brillanti (parlare di “colori” può ingenerare confusione, come invero è avvenuto), si sono tirati in ballo i filtri – interferenziali e non -. Vorrei portare alla cortese attenzione di chi legge, una semplice questione: la visione di tonalità cromatiche, dipende fortemente (oltre che dall’esperienza), dal fattore “luce raccolta”. Ebbene, la mia considerazione – semplicissima ma per questo ancora più “grave” – è la seguente: chi utilizza i filtri interferenziali sa (o dovrebbe sapere), che ingenerano due effetti principali (ce ne sono altri ma non è questa la sede per affrontarli): l’assorbimento di luce [non banale] e l’alterazione [shift] proprio dei toni cromatici (?!).
Ora, si porta come “prova”, dell’osservazione dei “colori”, il fatto che, proprio l’uso dei filtri interferenziali, non dovrebbe alterare le tonalità cromatiche ritenute “reali” o frutto di “illusioni”, che i “rossi” e i “marroni”, rimarrebbero tali con e senza filtro …
C’è qualcosa che non torna: colori con i filtri (e senza)? Si parla di “effetto verdognolo-mattone” con il filtro OIII ? Forse quel “mattone” indica un “matto grande”, o almeno così voglio sperare per chi scrive simili eresie, ammantandosi di una veste scientifica poi !
Se c’è una cosa che non si deve fare, nell’ambito di una verifica sulla visione di tonalità cromatiche in simili condizioni di scarsa illuminazione, è proprio quella di non limitare la – già pochissima – luce a disposizione. È come cercare di provare un’illusione con un’altra illusione: ma a che gioco stiamo giocando? Una simile prova con i filtri, la puoi fare se di luce ne hai da buttare, a differenza di quanto accade nell’osservazione della stragrande maggioranza dei DSO.
Un’altra inesattezza – più che altro si tratta di un errore madornale – è quello di trattare il sistema occhio-cervello, come si tratta una comune macchina fotografica o un sensore CCD; la modalità (o le modalità come appare più corretto affermare) percettiva, è assai complessa. Non tutti percepiscono le stesse tonalità cromatiche in situazioni estreme, quali appunto sono quelle all’oculare del telescopio, trovo molto più onesta un’affermazione (fatta al sottoscritto su un forum), da colui che non ha mai visto alcuna tonalità cromatica in oggetti deboli e, per questo motivo non appare (cito testualmente) “comprensibile la capacità di alcuni di notare tante svariate sfumature”: questo è un discorso che trovo condivisibile, anche perché – ripeto – più onesto: “non gli ho mai visti, mi sembra difficile … ma non impossibile”: altrimenti è come affermare che l’uomo non è mai sceso sulla Luna, perché noi non lo abbiamo mai fatto !

Illusione percettiva
Questa è senz’altro la più gettonata, per diversi motivi, primo fra tutti è molto comoda (anche se non prova nulla), secondo, ci si può nascondere la testa sotto la sabbia facendo finta di nulla; tanto “è tutta illusione”.
Arrivati a questo punto, voglio tentare di analizzare alcuni aspetti dell’ipotesi (del tutto legittima) dell’illusione.
Tanto per cominciare, un’illusione viene avvertita da tutti (o dalla maggioranza delle persone alle quali viene sottoposta; in fondo i giochi di prestigio si basano proprio su tale assunto), anche da coloro che ne riconoscono la natura illusoria. I “santoni” dell’impossibile, ossia quelli che affermavano (con una fede degna del miglior integralista) un’apparenza cromatica “amorfa”, in tutti gli oggetti celesti, e con qualunque apertura, oggi ammettono di percepire anch’essi delle sfumature cromatiche, ovviamente [per quanto li riguarda], illusorie; evidentemente hanno appreso l’illusione per osmosi … Il guaio è che tentano in tutti i modi, di imporre questa loro incapacità a tutti [lo dico senza secondi fini e/o per denigrare qualcuno]* perdippiù “normalizzandola”: questo si che è realmente incredibile (!)

Chi sostiene l’ipotesi dell’illusione, dovrebbe anche spiegare (visto che chiede – anche in questo caso legittimamente – spiegazioni), come mai la l’”illusione” del colore si produce [principalmente] soltanto nei seguenti casi:
• Il cielo deve essere del tutto cristallino e non inquinato dalle luci artificiali.
• L’apertura del telescopio sufficientemente grande da permettere di apprezzare tonalità cromatiche, in nebulose brillanti.
• Come conseguenza del precedente punto: perché nebulose estese (come l’Elmo di Thor, o la Nord America), non mostrano tonalità cromatiche, nemmeno nelle loro parti più brillanti ? E che dire delle nebulose planetarie; perché non mostrano tonalità differenti dalle verdine/azzurrognole (la maggior parte almeno) ? Eppure l’illusione del rosso-mattone, dovrebbe entrare in scena per alcune di esse.       
• L’oggetto che rivela tonalità cromatiche, deve trovarsi alla massima altezza sull’orizzonte.

Osservando la nebulosa M42 in alta montagna, e con il mezzo metro, si è potuta apprezzare una buona tonalità cromatica soltanto con la nebulosa ben alta sull’orizzonte (senza nessun filtro interferenziale, dove la tonalità cromatica spariva!!), mentre [qualche ora prima, con una M42 nei pressi dell’orizzonte est], le tonalità cromatiche semplicemente non c’erano (situazione analoga – sempre in alta montagna – con cielo non molto trasparente). Eppure, lo strumento era lo stesso, come pure gli osservatori (chi scrive assieme all’amico Spanu). Come mai osservando – sempre la M42 – dalla mia postazione suburbana con il 508 mm -, con una buona trasparenza atmosferica, non si è mai (MAI) riusciti a notare nessuna tonalità cromatica (pur evidenziando l’enorme mole di dettagli strutturali) ? Perché in questi casi non si produce l’illusione ?
* È come affermare, che solo in pochi possono primeggiare come centometristi alle olimpiadi, senza per questo offendere nessuno.

E ora veniamo alle seguenti considerazioni: chi chiama in causa il meccanismo illusorio, lo fa invocando una mancanza di informazione (visiva); gli strumenti più piccoli – che producono meno informazione - dovrebbero generare più “illusione cromatica” rispetto alle aperture maggiori, ma avviene esattamente il contrario (!)
Parlando con l’amico Franco Bertucci (il quale non ha accesso a internet - perchè non utilizza un computer - quindi si perde le “perle di saggezza” di questi santoni da forum), mi ha autorizzato a riportare quanto segue:
“tanto per cominciare accetterei opinioni in merito [alla visione dei colori NdA], soltanto da chi ha osservato visualmente almeno 4/5000 oggetti deep sky [l’amico Franco in questo caso, risponde con una bella provocazione; osservare con profitto dipende dal metodo e non dal numero degli oggetti celesti osservati NdA]. Tutto il gruppetto di ragazzi che mi hanno seguito da Milano, ha notato tonalità cromatiche in M27 descritte da Albano nel suo report [ovviamente, nessuno di noi ha detto preventivamente agli altri cosa doveva vedere, ci siamo confrontati soltanto in seguito NdA]. Mi piacerebbe chiedere poi a questi teorici, come mai, sulla stessa M27, le opinioni di coloro che non hanno mai messo l’occhio all’oculare di qualsivoglia strumento, hanno avuto pareri meno unanimi rispetto a chi è invece esperto ? [Franco si chiede giustamente, il perché l’illusione non interessa, guarda caso, proprio chi non è esperto all’oculare del telescopio; una domanda anche questa legittima … NdA].
Vorrei terminare con un’ultima considerazione: perché quella sera allo star party, M27 osservata con un 400 mm di diametro – posto tra l’altro a non più di 6 m dallo strumento di Bertucci - non ha rilevato le stesse tonalità cromatiche dello strumento maggiore ?

Chi scrive è stato invitato (da uno di questi integralisti), a una maggiore moderazione, in virtù del suo ruolo di divulgatore: ma è proprio in virtù di questo “ruolo” che scrivo queste righe, perché – purtroppo lasciatemelo dire -, questi integralisti, stanno spargendo notizie falsamente assolutiste, centrate su una presunta impossibilità a tutti i costi. E argomentano il tutto con toni “scientifici”, quando alla base della visione (in generale – come confermato un mio caro amico oculista), ci sono pareri tutt’altro che concordi, e il processo stesso della visione (e dell’interpretazione), sono tutt’ora oggetto di studio e di dibattimento tra gli specialisti …
Bisogna anche considerare, che a vedere delle tonalità cromatiche [più o meno accentuate] su oggetti celesti estesi, non è soltanto chi scrive queste righe; molti osservatori visuali esperti, anche di oltre oceano, divulgano reports “cromatici”. Non è presuntuoso, negare l’esperienza di tanti colleghi (esperti) ?


Prima di prendere per oro colato tutto quello che questi “integralisti del nulla” cercano di spacciare addirittura per scienza, si pensi alle considerazioni fatte nelle righe che precedono, forse arriveremo a capire che, quando non riusciremo a percepire tonalità cromatiche negli oggetti deep sky più brillanti, questo può dipendere anche da un fatto molto semplice: non tutti abbiamo la stessa “risposta” a degli stimoli così deboli.
In definitiva, chi cerca di minare alla base il processo stesso della visibilità di certe sfumature, crea più problemi di quanti ne [crede] di risolvere.
Voglio salutarvi con un’ultimissima domanda: vi siete mai chiesti il perché, è chi non vede le tonalità cromatiche che cerca di dimostrare a tutti i costi al mondo intero che non si POSSONO vedere, con “calcoli matematici”, mentre chi li vede invita semplicemente a sperimentare ?

E' il caso di dire: meditate gente ... meditate !
 

Auguro a tutti buone osservazioni (possibilmente all'oculare di un telescopio e non davanti a un computer) ...

Alla prossima.

 

Riporto di seguito, alcuni interventi di amici che hanno voluto esprimere il loro parere in merito a quanto riportato nelle righe sopra. Ne approfitto per ringraziarli per il loro, prezioso, contributo.

 

Effettivamente questo argomento sta diventando tragicomico: da una parte c’è chi (come il sottoscritto) ritiene di poter scorgere tonalità cromatiche nella visione Deep Sky – documentandolo con l’autorevolissimo contributo di colleghi osservatori esperti -, dall’altra “parte”, chi perora l’affermazione opposta, con un “piccolo” distinguo però.

 

Mi si dice: “non è possibile distinguere  [in nessun caso] alcuna tonalità cromatica durante l’osservazione Deep Sky ma, essendo liberale sono pronto ad accogliere la tua affermazione di una percezione cromatica; solo – ti avverto – che qualunque cosa tu veda è un illusione”?!

A questo punto c’è qualcosa che non torna … Fa più danni chi nega con tutte le sue forze una tale possibilità, ritenendola tecnicamente impossibile o chi, invita – mettendo bene in guardia sul fattore esperienza (postulando che non abbiamo ancora alcuna certezza scientifica in merito), fattore apertura, qualità del cielo e “predisposizione” – semplicemente a verificare ? Chi procede servendosi della scienza; i primi o i secondi ? Lascio ad altri il compito di rispondere a queste domande.

Valter Bedin

Questa volta Salvatore, hai fatto una lezione molto interessante sull'osservazione del cielo. Dalle tue parole scritte, mi rendo conto che sono solo verità, purtroppo o menomale (secondo me) l'esperto al telescopio riesce a percepire molti più dettagli del dilettante. Questo avviene principalmente grazie all'aiuto del cervello, che ricostruire la figura mancante, in questo caso quelle piccole/grandi sfumature (che menzioni nel tuo scritto) degli oggetti del profondo cielo.

 

Claudio Prà

Per quanto mi riguarda, posso dire che con il mio "piccolo" 30 cm non vedo quasi mai sfumature cromatiche. Sono però d'accordo con te che non tutti siamo uguali. Ognuno ha la sua acuità visiva, la sua abilità, la sua esperienza, il suo cielo, il suo strumento, i suoi oculari ecc. ecc. Molte cose vanno sperimentate e non negate a tavolino. Quindi ben vengano le sperimentazioni e il "coraggio" di esporsi andando contro la teoria del "non è possibile".

 P.S. Sugli oggetti che proponevi in Coelum di ottobre, riguardo alla nebulosa NGC 281, ti dirò che ho avuto modo di osservarla anche recentemente, in concomitanza con il passaggio della Cometa 103/P Hartley nei suoi paraggi. L'ho vista anche nel piccolo 10x50 tenuto a mano libera, anche se chiaramente appena accennata. Una nebulosità molto tenue che circondava  la stellina  luminosa al suo interno. Nel 20x80 diveniva piuttosto semplice. Riprendendo due report di anni fa, uno con il riflettore da 30 cm e l'altro con un rifrattore da 15 cm. riporto che la nebulosità è facile da osservare, anche se parlo di chiazza tondeggiante, senza accenno alla forma di cui parlavi tu.  

 

Dott. Gianfranco Bellizzi (Oculista)

 Ho letto la tua “analisi” (interessante e quanto mai "open" per le argomentazioni al riguardo) e concordo sulle tue opinioni: alla fine ci si ritrova sempre allo stesso punto di partenza.

Ci sono persone che preferiscono la scrivania del proprio ufficio, tutta ordinata e precisa per ricordarsi le cose meglio, e altri che invece, se non hanno le pile di pratiche accatastate insieme, post it sparsi ovunque e cassetti strapieni di ogni cosa che conservano, non si ritrovano affatto...

Per parlare dunque di percezione cromatica, ovvero il più alto livello di processo percettivo che può essere compiuto nella visione scotopica, bisogna sicuramente rendere il lettore o l'osservatore nelle condizioni di poter fare un po’ di ordine nel disordine che ormai vige da sempre su tale argomento, senza [possibilmente] generalizzare.

Il discorso della percezione cromatica è sicuramente un parametro complesso e molto variabile, ma oltre ai punti di vista (è il caso di dire) soggettivi, esistono una serie di valutazioni oggettive da mettere in gioco.

Dal punto di vista soggettivo (sintetizzando al massimo), contano questi tre fattori:

 

1)      L'integrità dell'apparato visivo (includendo tutti i vari fattori anatomo-funzionali coinvolti in tale tipo di visione).

 

2)       L'esperienza visuale nel deep-sky.

 3)      La capacità discriminante delle singole tonalità cromatiche e della sensibilità al contrasto (in ogni condizione di visione).

 Invece, oggettivamente i parametri che influenzano non poco tale processo sono in generale:

 - 1 La tipologia dello strumento impiegato (osservare con un S/C anche da 250 mm non è come guardare attraverso un bel rifrattore a tripletto apo da 150 mm o un bel Dobson da 1/2 metro di diametro: ognuno di essi ha una differenza di immagine dettata dall'ottica di costruzione (non dimenticandoci di impiegare oculari di ottima qualità in ogni caso)

- 2 La magnitudine dell'oggetto osservato e le condizioni climatiche al momento dell'osservazione (il ruolo che gioca l'atmosfera terrestre nella refrazione costituisce forse il 60-70% del processo stesso, oltremodo osservare a 1500 m di altitudine non è come osservare dalla periferia a 30 km di una città in pianura).

 - 3 Gli artefatti prodotti dall'ambiente esterno (light pollution).

 Quello che ho trovato interessante è il punto da te citato: "chi chiama in causa il meccanismo illusorio, lo fa invocando una mancanza di informazione (visiva); gli strumenti più piccoli – che producono meno informazione - dovrebbero generare più “illusione cromatica” rispetto alle aperture maggiori, ma avviene esattamente il contrario (!)"

Ora è ovvio che bisogna capire se è meglio catturare poca luce ma bene, oppure tanta luce ma in che modo?

Possiamo utilizzare un esempio di tipo automobilistico: è meglio avere un 1800 cc benzina aspirato o un 2500 cc turbodiesel che alla fine, per pareggiare le prestazioni del benzina, consumerà lo stesso quantitativo di carburante e richiederà più manutenzione ?

 Al solito tutto dipende da due “fattori: “per cosa” e “come vogliamo impiegare il mezzo a nostra disposizione” ...

Se dobbiamo viaggiare molto (deep sky, magnitudini elevate, week end in montagna e amico con station wagon sempre disponibile a seguirci) va bene il Dobson (diesel). Ma se dobbiamo osservare più spesso, comodamente e senza grossi problemi di adattamento termico, sito da trovare (postazione fissa o facilità di trasporto per un mordi e fuggi in periferia) e magari fare qualche ripresa digitale, va bene un newtoniano più modesto oppure un buon rifrattore (benzina).

I dictat sulla percezione cromatica che certi "integralisti" stanno divulgando credo siano come certi i tutor o gli autovelox messi in posizione strategica per fare cassa soltanto e non per fare ordine, ammazzando un po’ quella sana voglia (responsabile e cosciente) di aprire ogni tanto il gas sul pedale in autostrada per scrostare le valvole al motore e per pochi attimi provare l'ebbrezza della velocità (con un mezzo affidabile, capace e collaudato, in condizioni di massima sicurezza), ovvero quel culto di modernismo e di progresso che ha spinto la scienza e la cultura del '900 a svilupparsi così rapidamente....

 

Norberto Milani (Presidente Circolo Astrofili Trezzano)

Salvatore,

in effetti il tuo messaggio giunge a proposito; discutevamo di questi argomenti proprio qualche giorno fa.

Non posso vantare l'esperienza tua o dell'amico Bertucci, pur essendo astrofilo da sempre, soprattutto per quanto riguarda l'osservazione con strumenti di grande diametro. Posso però dire che  la visione degli oggetti celesti da parte di osservatori diversi sia tutt'altro che univoca. 

 Capita spesso di avere difficoltà con i neofiti del nostro gruppo, che alle prime armi non riescono a riconoscere fini dettagli planetari o elusivi bracci a spirale delle galassie, in quanto  non sanno bene cosa aspettarsi di vedere. Quando si riesce a far capire qual è la struttura di cui si discute, spesso il particolare ostico diviene visibile; in questo senso, il titolo del tuo prossimo libro "Conoscere per vedere" appare quanto mai azzeccato!

La modesta attività di astrofilo visualista mi ha fornito l'occasione di osservare con strumenti della classe dei 40 cm, (grazie alla disponibilità di Stefano Pesci e Piero Mazza, Circolo Astrofili di Milano), e con i "mostri" della classe dei 60 cm, con il già citato Franco Bertucci e Massimo Russo, che ha un suo osservatorio in provincia di Reggio Calabria.

Ebbene, l'osservazione con questi strumenti mi ha consentito di osservare particolari mai visti in precedenza, e qui non c'è nulla di strano, ma la cosa interessante è che in seguito alcuni dettagli si mostravano poi anche nel mio modesto catadiottrico da 20 cm! L'esperienza gioca quindi un ruolo fondamentale.

 Veniamo ora alla questione delle osservazioni al limite: i colori delle nebulose. Le tonalità verdastre della Nebulosa di Orione o quelle azzurre di alcune nebulose planetarie mi sono sempre parse piuttosto evidenti.

Ricordo, una quindicina di anni fa, di aver osservato M 42 con un Dobson da 40 cm ... una leggera colorazione rosata in effetti sembrava visibile. In un'altra occasione, al rifugio Alpenzu, osservavo la Nord America con gli amici Alberto Ghiotto ed Ezio Tesio.

Il telescopio era un modesto Ziel rifrattore da 120 mm, ma molto aperto, usato con oculari di qualità estrema, con l'oggetto praticamente allo zenit e sotto un cielo eccezionale.

Anche in questo caso, la parte più evidente della nebulosa Nord America, per intenderci la zona del "Golfo del Messico", pareva mostrare una tonalità di colore rosata.

Concludo con un'osservazione recente, quando un mese fa osservavo la Rosetta sotto un buon cielo nell'Oltrepo pavese a 1000 metri di quota.

All'oculare di un Dobson da 25 cm, la nebulosa "Rosetta" mi é apparsa, anche in questo caso, con una tonalità leggermente rosata, fatto confermato da un giovane amico che per la prima volta osservava il cielo dalla montagna.

Concludo qui il mio intervento, conscio dei limiti teorici delle mie conoscenze in campo astronomico, ma ho voluto dare la mia testimonianza di astrofilo. A tutt'oggi non posso affermare di aver osservato i colori delle nebulose in maniera evidente; non resta che proseguire con le osservazioni, sotto cieli spettacolari e strumenti sempre più generosi.

 

Filippo Riccio (Realizzatore del noto software di simulazione astronomica Perseus)

Personalmente non mi ritengo un grande osservatore "visuale", dedicandomi più che altro alla fotografia astronomica. Tuttavia posso riportare un paio di esperienze che potrebbero interessare tutti. Una volta mi è capitato di trovarmi al Passo del Giovà, in “modalità” esclusivamente visuale, assieme ad alcuni amici. Nessuna luce bianca (inquinante), nessun PC, nessun apparecchio elettronico a disturbare …

Arriva l'alba e la luce aumenta gradualmente. Siamo però perfettamente adattati al buio. Risultato: man mano che la luce aumenta vediamo sempre meglio (come ci si aspetterebbe), ma dei colori nessuna traccia. O meglio: io vedo l'erba verde e vedo perfettamente tutti i colori della mia giacca (che conosco benissimo), ma non distinguo i colori delle giacche degli altri... perché non li conosco!

 A un tratto, quando già ci vediamo piuttosto bene, ecco che sono in grado di distinguere tutti i colori (compresi quelli che non conoscevo). In quell'occasione abbiamo anche fatto un piccolo "esperimento" di visione dei colori: dato che ciascuno di noi aveva oggetti colorati di cui gli altri non potevano conoscere il colore, abbiamo provato ad interrogarci a vicenda per capire il momento in cui ciascuno di noi avrebbe cominciato a percepire i colori.

Risultato: alcuni di noi hanno cominciato a vedere i colori ben prima di altri; quindi, dato che la luce aumentava gradualmente per via del crepuscolo, questo significa che l'intensità di luce necessaria per percepire i colori, cambia significativamente da persona a persona. Detto questo, io sono risultato essere tra quelli che hanno bisogno di più luce per vedere i colori. Devo anche dire che mi è capitato di percepire tonalità verdine in M42 in un paio di super-Dobson, come di notare chiaramente una tonalità blu in NGC 7662. Ricordo un’occasione (in condizioni di cielo eccezionali e, dopo ore di adattamento al buio), quando mi è parso addirittura di vedere, a occhio nudo, una differenza di colorazione tra la via lattea e la luce zodiacale. Ma non sarò mai sicuro che non si sia trattato di un'illusione!

 

Rodolfo Calanca (Divulgatore scientifico molto noto, fu per diversi anni vicedirettore della rivista Coelum Astronomia)

Salve a tutti!

leggo con piacere le cose che vi dite a proposito dei colori.

E' un argomento complesso che andrebbe approfondito assai di più di quanto normalmente non si faccia. La letteratura è ampia e di diverso livello. Qualche anno fa, nel 2003, per l'esattezza, ho messo in rete del materiale sulla percezione "generale" del colore, con qualche approfondimento astronomico (si veda: http://www.eanweb.com/colorimetria_colori_astri.htm) . Tale documentazione è chiaramente insufficiente, però costituisce un punto di partenza perché credo che sia necessario avere un'idea della "scienza" colorimetrica prima di addentrarsi in spiegazioni astronomiche sulla percezione del colore.

Un aspetto che quasi nessuno considera in questo genere di analisi è che occorre tener presente che la percezione del colore è anche fortemente condizionata dal proprio background culturale, come fece notare molto bene in un bellissimo saggio, niente affatto datato nonostante gli oltre trent'anni, di Russel Hanson, I modelli della scoperta scientifica, un testo importantissimo che consiglio caldamente a tutti.

Belle considerazioni in proposito sono anche contenute nel libro, di prossima pubblicazione, dell'amico Salvatore Albano: ho infatti avuto il grande piacere di leggere il manoscritto in anteprima! Consiglio a tutti la lettura di questo bel libro (appena sarà in libreria, ovviamente!).

Una notizia, prima di chiudere: EAN sta studiando la possibilità di mettere in rete una nuova rivista, Stelle&Pianeti.
Ancora!!! Voi direte, non senza buoni motivi, ovviamente!

C'è però qualche differenza rispetto alle riviste esistenti anche in Internet.
Si tratterà infatti di una rivista astronomica pensata per il web, di concezione semplice semplice: tre articoli ogni mese, perfettamente documentati ma con una particolarità che la caratterizza da ogni altra: ogni articolo sarà accompagnato da un video (che poi finirà su Youtube) nel quale l'autore in pochi minuti si presenterà e darà un abstract dell'articolo.
Successivamente alla pubblicazione, inviteremo i lettori a porre delle domande per iscritto che poi gireremo all'autore, in quale, in un data fissata ed ampiamente pubblicizzata, si collegherà in streaming dal sito EAN e risponderà in viva voce alle domande precedentemente rivoltegli e a quelle che, chi seguirà la diretta, vorrà porgli in chat.

Come si può vedere, è un concetto di rivista assai diverso da quello che normalmente circola nell'ambiente astronomico.
Ora, se qualcuno riterrà di poter scrivere qualcosa di interessante, sia sull'argomento colore astronomico, sia su altri argomenti astronomici di interesse per l'amatore, noi saremo ben lieti di esaminare il materiale e di pubblicarlo!

Vi ringrazio per l'attenzione!
 

Aggiornamento Astrofest

Durante la fiera di Erba, ho avuto l’occasione di parlare (piacevolmente), con uno dei “personaggi” che frequentano i forum, dove si scrivono le eresie di cui si parla diffusamente in questa sede. 

Vorrei – per amor di completezza – condividere con voi il “risultato” di tale chiacchierata.

I punti salienti di questa discussione ricalcano i “motivi” accampati da chi non riesce a percepire nessuna tonalità cromatica, nemmeno (com’era il caso di chi ha parlato con il sottoscritto) sotto i limpidi cieli della Namibia.

“L’esperimento scientifico" e la naturale “cecità” dell’occhio ai colori, che lavora sotto una certa "soglia di luminosità”, è il principale cavallo di battaglia di chi sostiene la tesi “impossibile”, ma basta un semplice ragionamento per capire che si tratta di illazioni, per tentare a tutti i costi di giustificare una mancanza di percezione in ambito cromatico: l’ego ha bisogno della sua parte.

Mi viene anche “concesso” l’”onore” del dubbio (ci sono tanti fattori che entrano in scena quando si percepiscono tonalità cromatiche in nebulose brillanti), mi è stato detto. 

Giunti a un certo punto della discussione (non potendo “provare” che è impossibile distinguere suddette tonalità cromatiche), mi si tira in ballo la statistica (?!); “siamo in quattro, tre di noi non hanno visto i colori, quindi sei in minoranza”. A questo punto, ponendo ipoteticamente la presenza di Neil Armstrong all’Astrofest, avremmo potuto affermare – statisticamente – che, poiché nessuno dei presenti (nell’intera fiera) ha camminato sulla Luna, l’uomo non c’è mai stato ! Ci sono [del resto] una schiera di personaggi che (con la stessa “scientificità” di certuni che scrivono a sostegno della tesi “impossibile”, a proposito dei colori, cercano di portare le “prove” che la missione Apollo è stata tutta una montatura). Non so cosa pensate voi che leggete queste righe, per quanto mi riguarda questo è quel che si dice, ‘aggrapparsi ai vetri’!

A seguito della seguente affermazione: “personalmente, dai cieli della Namibia, pur osservando con grossi diametri, non ho mai visto tonalità cromatiche, nemmeno in nebulose brillanti come M8”, ho fatto notare, come Ronald Stoyan, autore del libro: Atlas of Messier Objects, Highlights of Deep Sky ha riportato un’osservazione di M20 (la famosa Trifida), perfettamente colorata, osservando con un diametro da mezzo metro dai bui cieli della Namibia [forse anche costui ha gli occhi bionici?]. Posso confrontare [questa asserzione] con le mie osservazioni, dove, pur osservando con lo stesso diametro dai limpidissimi cieli del Nivolet (Gran Paradiso), non sono riuscito nell’impresa (perché a differenza di Stoyan, che osservava una M20 posta quasi allo zenit) la Trifida alle nostre latitudini è bassa sull’orizzonte.

A questo punto è interessante la risposta di costui a quanto appena riportato: “ma tu conosci personalmente Stoyan”?

A quanto mi risulta, questi “santoni dell’impossibile” non conoscono personalmente gli “sperimentatori scientifici” che negherebbero (dove e come non ci è dato di sapere) la percezione di tonalità cromatiche in nebulose brillanti, eppure prendono come oro colato (forse perché fa comodo ?) le loro ricerche !

Leggendo nel forum, questa persona, scrive letteralmente: “giustamente mi sono inchinato [rivolgendosi al sottoscritto NdA] e gli ho detto che i miei 15 anni di osservazione sotto cieli di tutta Italia non valgono nulla”. Evidentemente per costui, i miei quasi trent’anni di osservazione di oggetti Deep Sky (ho appena superato i 4 500 oggetti osservati visualmente) contano ancor meno dei suoi: ma questo – stranamente – si è “dimenticato” di riportarlo nel forum, avrebbe sapore di informazione !

Per non contare l’esperienza di circa mezzo secolo dell’amico Franco …

Costui afferma anche: “mi pare piuttosto convinto di quello che afferma. [sempre rivolgendosi alla mia persona NdA] Perché non credergli”.

Si esprime in tal guisa, come se costui fosse stato poco convinto di quello che diceva (un amico che era presente alla discussione, mi avrebbe in seguito confidato che pensava di trovarsi dinnanzi a un Talebano)!

Ovviamente, non prendo in considerazione chi chiede il dialogo, accusandomi di non volermi relazionare con chi scrive sui forum: alcune di queste persone che scrivono sui forum (ovviamente non si fa di tutta l’erba un fascio) non vogliono relazionare affatto: ma come si fa a “relazionare” con simili bifolchi …

(dico bifolchi perché scrivono paroline come mi….ia http://forum.astrofili.org/viewtopic.php?f=3&t=53571&p=634994&hilit=Albano&sid=80d645a0b6a1a65f3816d5747b1a2135#p634994 - linguaggio tipico da bar; prima di imparare a osservare dovrebbero imparare a esprimersi civilmente!)

… che affermano di essere di “limitatissima esperienza”: a costui dico solo di seguire il consiglio dell’amico Bertucci !

Ora, non pretendo che questa gente sappia mettere l’occhio all’oculare di un telescopio (cosa evidentemente troppo sopraffina), ma almeno che abbia imparato a leggere (!) Ci sono delle e.mail che corredano il mio scritto; ho lasciato (e lascio) spazio a chiunque voglia dire qualcosa (possibilmente di sensato e senza usare un linguaggio da bar), come chiunque frequenta questo sito ha avuto modo di sperimentare.

E poi, non devo certo dare spiegazioni ad alcuno, se non ho ne la voglia (ne il tempo) per entrare in questi forum !

Prima di salutarci, vorrei chiudere con un’altra bella perla di saggezza di questi rari geni che vomitano inezie: “chi compra un libro come quello di Albano è, nella maggior parte dei casi, un neofita o comunque una persona con esperienza limitata”. Ma i miei libri li ho scritti proprio pensando a costoro !  

Nota forum:

Riporto per chi legge queste righe alcune precisazioni, sui miei “insulti” perpetrati verso alcuni frequentatori di forum.

Si legge che avrei insultato tutti, senza tenere conto del fatto che sono stato letteralmente “azzannato” da questi signori, e per aver fatto cosa poi ? Affermato che io (e altri colleghi comunque esperti) abbiamo notato dei toni cromatici in alcune  nebulose brillanti ! Il che corrisponde – per quanto ci riguarda - al vero.

Siccome non bisognerebbe adottare la “regola” del puniamone uno per educarne cento e, dal momento che non mi passa neanche per l’anticamera del cervello iscrivermi al forum, quello che seguirà è rivolto a chi legge il presente sito.

Mi si accusa di aver insultato tre componenti di questo forum, trascurando il fatto che:

Tizio ha cercato di ridicolizzare i miei libri (un motivo analogo ha costretto Daniele Gasparri a intervenire nel forum), gratuitamente (anche il mio cervello funziona, non solo quello di questo signore)!

Caio, ha cominciato a “centellinare” il mio tempo, accusandomi di volermi sottrarre per forza a un confronto diretto con i componenti del forum. Ma dove c’è scritto che io debba iscrivermi nel forum ? Se non ti piace leggere ciò che scrivo nel sito, semplicemente non leggerlo.

Sempronio, ha riportato a suo piacimento la nostra chiacchierata all’Astrofest, facendo capire che mi ha assecondato perché non poteva fare diversamente. Nulla di più falso ! Ho condotto con costui (che mi è pure simpatico) una sana chiacchierata di una buona mezz’oretta. (Non mi sembra neppure di aver eliminato il suo link dal mio sito, per cui da parte mia non c’è alcun livore).

L’apice poi è stato raggiunto da chi vuole farsi la bruschetta bruciando un dei miei libri. E il lavoro che c’è dietro a ogni libro scritto (mio o di chiunque altro)?

Questi non sono insulti ? Se qualcuno ha perso la stima nei miei confronti (e di questo me ne dispiace sinceramente, ma non cambio per questo una sola riga di ciò che ho scritto), cosa devo pensare io di queste persone ?

Vorrei fare una sincera domanda: si può tenere, a questo livello, una conversazione civile ?

Grazie.

 

Considerazioni finali

Arrivati a questo punto, chiudo questa lunga discussione (sperando che sia stata d’aiuto a qualcuno), sulla “diatriba” della percezione dei colori. Mi rendo conto che non si tratta di una discussione, in quanto chi legge queste righe dovrebbe pensare. Evidentemente per qualcuno così non è: mi si addita di “giocare” alla conta del maggior numero di oggetti osservati, e degli anni di esperienza (che pure un senso devono averlo!) quando stavo semplicemente rispondendo a un interlocutore. (del Talebano – evidentemente ce ne sono molti che non sanno leggere ! – fu un presente a darlo).

Chiudo con una semplicissima domanda: come mai nessuno (dico  NESSUNO) ha mai osservato tonalità cromatiche in galassie davvero brillanti come la M31, oppure M81 e M82? Sfido chiunque a trovare in rete reports “colorati” di queste galassie. Si osservano (ma guarda proprio il caso) solo dove sono presenti  ... Ebbene: chi [s]sparla di illusioni, farebbe meglio a porsele certe domande. Ma da quello che leggo (sic!) sui forum, ho capito che a questi “signori”, non interessa affatto conoscere se è possibile o meno distinguere tonalità cromatiche su oggetti brillanti del cielo profondo. Bene, ci sono molto altri che – fortunatamente – utilizzano la loro proprietà di pensiero e, come alcuni (chissà come li ho scovati, li avrò pagati certamente un milione di euro – altro che psichiatria !) di voi, inviano il loro parere al sottoscritto, e di questo vi ringrazio.

NOTA: Sono stato gentilmente [e civilmente] invitato a partecipare alla diretta discussione sul forum; ringrazio e apprezzo l'invito, ma non ho proprio il tempo di occuparmene in tal guisa. Confido possano esserci altre occasioni per un sano e soprattutto utile confronto. 

 

 

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