Se vogliamo fare scorpacciate di oggetti brillanti e spettacolari, di campi stellari mozzafiato, di stelle doppie dai contrasti colorati degni d’un quadro d’autore… questo è il mese appropriato. Alte le costellazioni del Cigno e del Delfino, con Ophiuco e il Sagittario in bella mostra.
M28 – Ammasso Globulare – mv 6,8 – Dim. 11,2’ – Classe – 4 – Costellazione: Sgr
La costellazione del Sagittario è ricca di oggetti deboli, è in questa regione celeste infatti, che si trova il cosiddetto “campo dei miracoli”. In un area ristretta di cielo possiamo trovare un elevato numero di oggetti celesti: M8,M17,M18,M20,M22,M28,M25… e la lista potrebbe essere ancora lunga!
Con oggetti così tanto spettacolari, e (soprattutto), con l'ammasso globulare M22 nelle immediate vicinanze (un grado e mezzo circa verso sud/est), M28 viene sistematicamente ignorato dalla stragrande maggioranza degli astrofili, un vero peccato.
Possiamo rintracciarlo circa 1° a nord/ovest dalla stella lambada sagittarii (Kaus Borealis), una
bella stella arancione di mv 2,8, situata in un bel campo stellare.
Questo ammasso globulare è facilmente visibile anche sotto cieli inquinati dalle luci artificiali,
anche se rende – ovviamente – meglio (come tutto del resto), sotto un cielo puro d’alta montagna. Visibile anche in un piccolo cercatore, appare come una debole macchietta di cotone, debolmente illuminata, posta in un ricco campo stellare.
Ho sentito pareri molto discordi inerenti la risoluzione di quest’oggetto; c’è chi afferma di averlo risolto facilmente con diametri da 15 cm, chi dice di aver avuto difficoltà pur disponendo di aperture da 20
cm e oltre. Per esperienza diretta posso affermare che la sua risoluzione (parziale e non facilissima), la si può ottenere con una apertura da 150 mm per i telescopi a lente, (apocromatico e semi), e un 200 mm se a specchio. Un 250 mm ne permette una risoluzione senz’altro più agevolata, soltanto nel suo alone, mentre le sue regioni centrali rimangono inviolate. Strumenti più aperti ci regalano una visione più accattivante. Durante una prolifica nottata a 2600 metri ho avuto la ventura di puntare il mezzo metro su M28:
133X – lo risolvo fino al nucleo, quest’ultimo molto compatto, esibisce una forma oblunga. (Ariete da 508 mm in alta montagna).
Un invito all’osservazione di questo – trascurato – ammasso globulare.
Ngc 7006 – Ammasso Globulare – mv 10,6 – Dim. 3,3’ – Classe – 1 – Costellazione: Del
Situato nella parte est della costellazione del Delfino, questo ammasso globulare presenta il fascino della distanza, si trova infatti a circa 130 000 anni luce da
noi; praticamente un oggetto extragalattico! Scoperto la notte del 21 agosto 1784 dal grande William Herschel, risulta un oggetto estremamente difficile per l’astrofilo.
Può essere cercato circa 2° verso nord/est dalla stella gamma Delphini, una bella stella arancione di mv 4,2,
con una compagna di mv 5,1 di colore giallastro a 11" spesso riportata come verdastra a causa del contrasto con la
primaria. Questo globulare necessita di cieli cristallini per essere osservato,
ma è possibile staccarlo anche da un fondo cielo relativamente inquinato, con aperture da 200/250 mm.
Il discorso cambia radicalmente quando si parla di risoluzione, in quanto ci troviamo di fronte a un osso duro. La sua classe di appartenenza e la mv delle sue componenti più brillanti, (15,6), ne rendono assai ardua una risoluzione, anche parziale.
Ho avuto modo di osservare quest’oggetto diffusamente e per diversi anni, in condizioni di cielo differenti
con svariati strumenti. L’ottimo apocromatico da 155 mm, pur regalandomi un bello spettacolo, mostrando l’ammasso immerso in un ricco campo
punteggiato di delicate stelline, si è sempre posto ad una certa distanza da una sua pur timida risoluzione. Osservandolo con il Celestron 14” sono riuscito a strappare una forte granulosità, ma nulla di più.
200X – Ha un alone fortemente granuloso, vedo emergere un po’ ovunque, alcune deboli stelline. 500X – Vedo un alone molto più esteso rispetto all’ingrandimento minore, mentre con la visione distolta, risolvo l’alone in una miriade di stelline, che sembrano ribollire… Seeing non
eccezionale. (Ariete da 508 mm in alta montagna, sotto un cielo cristallino ma con seeing non molto buono).
Come si può notare dalla precedente descrizione, siamo al limite di un’apertura da 500 mm (!), anche se
condizioni di seeing eccelso, potrebbero giocare un importante fattore con aperture minori.
Ngc 6822 – Galassia – Tipo Irr – mv 9,3 – Dim. 10,2’x9,5’ - Costellazione: Sgr
Quando si parla del Sagittario, si pensa (giustamente), a campi stellari molto densi, si sente “sapore” di centro galattico, nebulose oscure e non, ma una galassia proprio no! E invece eccola qua, dinnanzi ai nostri increduli occhietti…
Si tratta di un membro del nostro gruppo locale, ed è una galassia nana di luminosità specifica piuttosto bassa, insomma, pur trattandosi di un oggetto debole è un nostro vicino di casa.
Non si tratta di un oggetto proprio facile, con una difficoltà insita nella sua bassa declinazione (- 14°), rende decisamente meglio da località australi.
Questa galassia fu comunque scoperta da Barnard nel 1884 con un rifrattore da soli 150 mm, il che ci dice che ci troviamo dinnanzi un oggetto non proprio terribile, la mia domanda è – a questo punto; perché è tanto trascurata?
Possiamo localizzarla 4° a nord/est, della Rho1 Sagittarii, una brillante stella bianco-giallastra di mv 3,9 (var). La sua osservazione è grandemente dibattuta, da chi dice di averla localizzata con un buon binocolo sotto cieli cristallini, a chi asserisce di non essere riuscito a scorgerla con diametri da 70 o più cm!
Bisogna subito dire, che la sua forma irregolare, unita alla mancanza di una regione nucleare particolarmente brillante la trasforma in un brandello debolmente illuminato.
Sotto un nero cielo d’alta montagna, sono riuscito nell’intento di staccare questa galassia con l’apocromatico da 155 mm, ma tutto quello che ho potuto vedere è stata una debole macchietta indistinta, leggermente allungata, utilizzando ingrandimenti bassi. Con il binocolo 20X125 la visione è fantastica, si osserva un campo di una ricchezza strabiliante di stelline, sconcertante!
La galassia emerge appena da un simile fondo stellare, vedo una debolissima fascia luminosa, ricorda la Via Lattea osservata sotto un cielo non particolarmente
cristallino. (Vixen 20X125 in alta montagna). Osservando da 2600 metri con il riflettore da mezzo metro ne riporto la seguente descrizione:
133X – E’ più grande di quanto mi aspettassi; vedo una chiazza irregolarmente illuminata, (di forma vagamente ellittica), che mi da addirittura l’impressione d’essere risolta in stelle, (solo un’impressione). Una chiazza nebulosa, oblunga, lievemente più brillante nella sua parte centrale, anche se è veramente difficile trovare un centro.
(Ariete da 508 mm sotto un nero cielo d’alta montagna).
Chi legge queste righe cosa dice in proposito? Sarei grato a chiunque potesse mandarmi un’osservazione di questa galassia, anche negativa.
IC 5146 (cocoon) - Nebulosa ad emissione – mv (stella eccitatrice) 10, – Dim. 9’ – Costellazione: Cyg
“Nebulosa Bozzolo”, ha un nome interessante questa nebulosa dall’aspetto raggomitolato. La possiamo rintracciare circa 3° a nord/est della stella Rho Cygni, una stella gialla di mv 3,9, ma abbiamo bisogno di un cielo estremamente cristallino, se vogliamo sperare di vederla.
Possiamo osservare la Cocoon utilizzando filtri interferenziali, o senza il loro aiuto.
Senza l’ausilio di filtro possiamo godere dell’ammasso aperto associato a questa nebulosa, e godere dello splendido campo stellare circostante. Con il binocolone 20X125 si può godere uno spettacolo magnifico;
innumerevoli stelline colorate, e una nebulosità oscura, visibile come una lunga coda che si estende verso ovest, sembra di guardare dentro una foto a grande campo!
Riporto di seguito due osservazioni con strumenti di differente apertura:
77X – Senza il filtro OIII si ha solamente l’impressione di vederla; una macchia fatiscente avente forma sferica. L’aggiunta del filtro accresce il contrasto con il fondo cielo, permettendo di distinguere la Cocoon, anche se molto arida in particolari.
(Celestron 14, sotto un buon cielo di montagna).
133X – Osservo una forma rotondeggiante, piena di chiaroscuri… Con la visione distolta vedo una chiara nebulosità
ovattata, immersa in un mare di stelline; somiglia a un polmone! Nota – Con l’OIII la nebulosa non era visibile. (Ariete da 508 mm in alta montagna).
Da queste descrizioni emerge chiaramente l’abisso tra due aperture così differenti, nonostante i 356 mm del C14! Si può notare anche come l’utilizzo del filtro OIII, abbia sortito effetti così differenti con i due strumenti.
Ngc 6888 (Crescent nebula) - Nebulosa ad emissione – mv (stella eccitatrice) 7,4 – Dim. 20’x10’ – Costellazione: Cyg
Nonostante la sua bellezza, un oggetto come la “Crescent”, viene trascurato dalla maggioranza degli astrofili. Forse certuni oggetti sono ritenuti, (a torto), esclusivamente fotografici, o troppo deboli per essere scorti con strumenti amatoriali…
La Crescent è posta a circa 3° a nord/est della bella gamma Cygni, una brillante stella giallo-arancione di mv 2,2, ben nota agli astrofotografi per le nebulosità che la circondano. Possiamo sperare di osservarla con un’apertura da almeno 100/150 mm utilizzando un filtro OIII, i quali mostreranno la sua forma a falce, e (150 mm) la sua non uniforme luminosità. Un superbinocolo 20x125, magari munito di filtro, la mostra come
uno sbuffo nebuloso, immerso in un mare sterminato di stelle, una visione altamente spettacolare che consiglio a chiunque. Riporto di seguito due descrizioni fatte con strumenti di diversa apertura:
77X con OIII – Anche se è visibile senza l’ausilio del filtro, (enorme), con il filtro diviene fotografica. Vedo un’enorme falce interrotta in vari punti da chiaroscuri… (Celestron 14 sotto un buon cielo di montagna).
133X con OIII – Mostra tanti dettagli quanti ne mostra una buona foto! La sua forma a falce appare pulita, molto netta, ma – a differenza che in altri strumenti – appare più “grassa”, somiglia a una arachide. Con la visione distolta vedo emergere filamenti oscuri (sottili) un po’ dappertutto, aventi forma ad arco. Appare più frastagliata in direzione nord/ovest, nei pressi della sua gibbosità, inoltre vedo molto chiaramente nebulosità oscure che si insinuano verso l’interno, che non appare vuoto, in quanto pieno di nebulosità minute. La nebulosa è visibile perfettamente anche senza il filtro, dove però è più arida in dettagli. Altamente
spettacolare. (Ariete da 508 mm in alta montagna).
Chi legge queste righe cosa dice a proposito? Se avete osservazioni di questo bell’oggetto potete spedirmele via E-Mail.
Rho Ophiuchi – mv 5,3/6 – Separazione 2,5” – A.P. 46°
Se vogliamo ammirare splendidi contrasti di colori, questo sistema binario fa al caso nostro, (nelle vicinanze della coppia principale ci sono altre due componenti, la cui appartenenza al sistema è dubbia). Situata in un campo ricchissimo di stelle, questa binaria è apprezzata dagli amanti della fotografia astronomica, è noto infatti il complesso nebulare che la circonda, - IC 4604 - di cui fa parte anche la maestosa Antares.
Possiamo ammirare la duplicità di questa stella, con strumenti da un centinaio di millimetri, a ingrandimenti medio alti, apprezzando le diverse tonalità delle due componenti. Le due stelle (la primaria è una doppia spettroscopica), sono entrambe di classe spettrale B5, quindi bianco-azzurre, ma all’osservazione visuale offrono un notevole contrasto di colore. Ne riporto la descrizione fatta utilizzando un ottimo apocromatico da 155 mm:
84X – noto la sua duplicità. 220X – vedo un netto contrasto di colori (meglio a 440X), con la primaria arancione chiaro, e la secondaria azzurrina tendente al bianco.
(Vedi disegno). E’ notevole la differenza di colore che si osserva visualmente in un sistema binario, rispetto a quanto riportato dalla classe spettrale. E voi, amici, che colori
notate osservando questo sistema?
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