Gennaio, uno dei mesi più freddi dell’anno, ma anche un mese dai cieli più
cristallini! Quando si monta o si smonta lo strumento, bisogna stringere i
denti a causa delle mani gelate ma, nonostante il freddo pungente ci recheremo
in montagna ad osservare le meraviglie celesti; questo mese ci occuperemo di alcuni oggetti
abbastanza trascurati, sebbene alcuni di loro siano conosciuti. La costellazione
di Orione impera sovrana in meridiano, “tirando” in una comoda posizione (almeno
per le latitudini settentrionali) quella della Lepre. Anche il Toro, i Gemelli e
l’Auriga (il Cocchiere), si mettono bene in mostra.
M79 – Ammasso Globulare – mv 7,7 – Dim. 8,7’ – Classe – 5 – Costellazione: Lep
Alle nostre latitudini questo bel globulare si erge, purtroppo, poco
dall'orizzonte, ma nel meridione dovrebbe rendere maggiormente. Situato 4° circa a sud/ovest
dalla γ Leporis, una stella bianco-giallina di mv 3,5, M79, richiede uno
strumento da almeno 200 mm per mostrare qualche stellina dall’alone, vista la mv
delle sue componenti più brillanti (13,1), la sua classe di appartenenza
nonché la sua scarsa declinazione.
Ho puntato su M79 il mio dobsoniano da 254 mm, non riuscendo a risolverlo
neppure nell’alone, ma le condizioni sia di cielo sia di seeing, erano
decisamente proibitive. Ma anche strumenti ben più impegnativi ne risolvono
soltanto l’alone lasciando la regione nucleare “intatta”: 191X – è immerso nelle
brume dell’orizzonte, risolto soltanto nell'alone (anche se in maniera tutt’altro che
facile)… (Celestron 14 sotto un cielo inquinato di periferia). Puntando il mio
“bimbo” (dobson da 508 mm), ne riporto la seguente descrizione: 133X –
letteralmente spappolato! L’alone è completamente risolto in una miriade di
stelline bianco-bluastre, e anche parte della regione nucleare; soltanto una
“striscia” posta sul nucleo rimane irrisolta. (508 mm in alta montagna).
Certamente la qualità del cielo, ed il fatto di essere in alla montagna è un
fattore determinante, ma anche il diametro ha la sua (vitale) importanza.
Ngc 1647/1746/1758/1817 – Ammassi aperti – mv 6,4/6,1/-/7,7 – Dim.
45’/42’/39’/16’ – Costellazione: Tau
Durante queste cristalline, ma gelide notti invernali, è possibile (binocolo
alla mano) perdersi letteralmente in un mare di luccicanti stelline. Nel Toro
possiamo ammirare diversi ammassi aperti. Chi scrive ha potuto apprezzare questi
ammassi con diversi strumenti, dal grosso binocolo al rifrattore apocromatico da
15 cm, riscontrandone la loro bellezza (specialmente ngc 1746).
Generalmente
quando si parla di oggetti così estesi, lo strumento migliore risulta il
binocolo, di seguito però riporterò le descrizioni fatte all’oculare del
riflettore da 508 mm:
Ngc 1647 – 66X (UWA) – davvero stupendo: verso sud si vedono due stelline
brillanti, una gialla (mv 5,9) e una arancione (mv 7,8 a nord della precedente).
L’ammasso è pieno di stelle doppie e triple molto belle, mostra una forma
irregolare ed è disperso. Somiglia ad un alveare!
Ngc 1746/1758 - 66X (UWA) – più povero del precedente ma più spettacolare. Vedo
al suo interno 4 stelline a forma di lambda molto brillanti, (mv
7,1/7,5/7,6/7,8). La “gamba” di questa lambda è composta da due stelle
arancioni, ed il resto di stelline arancio-gialline. L’ammasso sembra composto
da polvere finissima e, assieme a Ngc 1758, somiglia – seppur lontanamente – al
“doppio ammasso” in Perseo.
Ngc 1817 - 66X (UWA) – più lontano dai precedenti è molto bello, si compone di
stelline molto fini e colorate ed è molto ricco. Le sue componenti sono
brillanti e sparse, ma al loro interno appaiono molte stelline più deboli le
quali donano un’incredibile effetto di tridimensionalità! (508 mm in alta
montagna).
Ngc 1893/Ic 410 – Ammasso Aperto con nebulosa - mv 7,5 – Dim. 11’ Costellazione:
Aur
Mi è capitato di leggere diverse volte (sic!), alcuni articoli di fotografia
astronomica, anche su autorevoli (e note) riviste di astronomia, che danno una
cattiva informazione per quanto riguarda l’osservazione visuale, riportando come
un dato certo la non osservabilità visuale di alcuni oggetti celesti, in primis
alcune nebulose. Nella pratica le cose stanno diversamente, in quanto,
utilizzando l’apertura adeguata e i filtri corretti, (nonché la qualità del
cielo e l’esperienza dell’osservatore), è possibile staccare molti di questi
“oggetti impossibili”; orsù, tentiamo almeno!
Non bisognerà certamente
pretendere di cogliere i dettagli più tenui presenti nelle foto a lunga posa, ma
sarà possibile coglierne l’aspetto essenziale.
Situata circa 4° a nord/ovest dal ben più conosciuto M36, questo ammasso aperto
risulta assai interessante proprio in virtù della nebulosità che lo circonda.
Facendo alcune ricerche in rete, ho potuto rendermi conto della scarsità delle
osservazioni visuali di quest’oggetto. Utilizzando un’apertura da una trentina
di cm, con l’aiuto del filtro OIII e un cielo cristallino d’alta montagna, sarà
possibile cogliere una tenue nebulosità sparsa tra una moltitudine di stelline.
Aperture più generose potranno permetterci di cogliere ulteriori dettagli: 62X –
l’ammasso aperto è composto da astri relativamente brillanti, è relativamente
addensato verso il centro e le sue componenti mostrano una media dispersione in
luminosità, inoltre presenta una forma irregolare. 62X con OIII – miracolo! Il
campo stellare diventa meno “pesante” e, dove prima c’era il cuore dell’ammasso
aperto, ora si vede – netta – una nebulosità a forma di cuneo . Le “ali” esterne
sono brillanti, con all’interno una nebulosità oscura piuttosto marcata. (508 mm
in alta montagna).
Ic 2149 – Nebulosa Planetaria – mv 10,7 – Dim. 15” mv stella centrale – 11,6
Costellazione: Aur
Questa nebulosa planetaria si trova circa 1° 30’ a sud est della β Aurigae, una
bella stella bianca di mv 1,8. Possiamo cercarla anche con uno strumento da un
centinaio di millimetri sotto un bel cielo di montagna, con ingrandimenti medio-alti, con i quali possiamo apprezzare la sua forma sferica priva di
struttura. Anche con aperture generose, la mancanza di una struttura continua a
farci compagnia: 200X – si distingue dalle numerose stelle di campo,
la stella centrale letteralmente abbaglia. Si vede una nebulosità leggermente
ovale, con una regione centrale “sfocata”. (508 mm in alta montagna).
Ngc 2274/75 – Galassie – Tipo E /Sab – mv12,4 /13,3/ – Dim. 1.8'X1.8' / 1.4'X1.0'
Costellazione: Gem
Puntando il nostro strumento circa 1,15° a ovest dalla Theta Geminorum, una
bella stella di mv 3,6, possiamo ammirare questo bel duo di galassie. Dobbiamo
portarci sotto un cielo cristallino e non inquinato dalle luci artificiali, con
uno strumento da almeno 200 mm, per ngc 2274, mentre la ngc 2275 richiede
un’apertura da 250 mm per essere apprezzata. Le loro dimensioni le rendono prive
di particolari anche con aperture generose: 133X – si osservano senza la benché
minima difficoltà, comodamente in visione diretta. Entrambe mostrano un nucleo
stellare e hanno una forma rotondeggiante ma non sferica, somigliano a due
occhietti accesi, di cui uno meno brillante. (508 mm in alta montagna).
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