“Non si finisce mai di imparare” recita il detto … che ben si applica alla
nostra bella attività, ma soprattutto, non c’è limite alla disponibilità
verso il cielo, da parte di chi è desideroso di osservarne i suoi immensi
tesori.
Chi scrive non vuole assolutamente negare l’importanza di una buona
strumentazione, con il diametro del telescopio adeguato alle proprie
esigenze (tasche e possibilità), corredato con accessori di qualità, atti a
spremere al meglio lo strumento principale; ma l’arte di arrangiarsi,
dovrebbe far parte del corollario dell’amante di cose celesti. Riscopro –
piacevolmente – tramite la lettera (trasformata in un pensiero articolato
che esporrò di seguito) di Roberto, un me stesso occupato (oramai più di
trent’anni fa!), ad arrabattarmi con soluzioni improvvisate e tutt’altro che
definitive, scendendo ai più incredibili compromessi, pur di osservare ciò
che il vasto cielo ci mette a disposizione. Si scopre (e quelli di noi che
oramai possono guardare nel loro passato, ripercorreranno le loro tappe),
uno stato d’animo, in un certo senso avventuroso: “non posso avere lo
strumento dei miei sogni … allora trasformerò il telescopio [scalcinato] che
possiedo, in ciò che un giorno avrò di diritto”! Che bella soddisfazione
quando, quel giorno (che puntualmente giunge), potrò finalmente accostare
l’occhio all’oculare di uno strumento di qualità superiore, con un diametro
magari importante … me lo sarò guadagnato, in tutti i sensi!
Ed ecco giungere nella mia casella di posta elettronica, una e.mail simile a
quelle che ricevo ogni giorno da amici lettori e/o compagni di osservazioni
… Simile dicevo, ma per alcune ragioni differente; una lettera di colui che
metteva nero su bianco, i propri sogni, ma nello stesso tempo, mantiene lo
sguardo fisso sul presente.
Questo mi spinse a invitare Roberto a condividere con chi vorrà leggere
queste righe, la sua esperienza.
Un saluto a tutti (un grazie particolare a Roberto) e al prossimo mese!
Ora la “parola” al nostro, che ci racconta la sua interessante esperienza …
La mia esperienza
Salve, sono Roberto, uno studente universitario (all’ultimo anno) della Facoltà
di Agraria di Viterbo. Ma la mia passione di sempre è l’Astronomia! Infatti
sin da ragazzo il mio sogno era quello di poter frequentare all’università,
un corso di
Astronomia, cosa che ho fatto per un anno circa nella Facoltà di Bologna; ma
a causa di alcuni problemi ho dovuto abbandonare quella strada. Nonostante
ciò, la passione e il desiderio di conoscere e scrutare le meraviglie
celesti è sempre rimasta con me. Purtroppo però le mie osservazioni
riguardavano spesso i soliti facili (e famosi) oggetti, convinto che non era
possibile spingersi oltre con piccoli strumenti; ma in questo modo la mia
osservazione, con il passare del tempo, perdeva sempre più quel suo
intrinseco fascino. Così negli anni cresceva in me il desiderio di
migliorare e approfondire la tecnica osservativa, soprattutto nei riguardi
degli oggetti del profondo cielo (campo da me preferito).
Ultimamente, sbirciando sul sito di Coelum, tra i libri in vendita, mi ha
colpito uno in particolare: “L’osservazione visuale del cielo profondo”, di
Salvatore Albano. Proprio questo libro sembrava venire incontro alle mie
esigenze, ed è bastato leggere qualche descrizione estratta dal testo, per
convincermi ad acquistarlo. Ma c’è di più; l’ho trovato così interessante e
utile che non ho potuto non acquistare il suo secondo libro: “L’arte di
osservare al telescopio”!
Così ho deciso di scrivere a Salvatore (che non conoscevo affatto, prima di
veder scritto il suo nome come autore) per ringraziarlo e fargli i
complimenti per questi meravigliosi testi. Infatti, oltre al piacere di
leggerli, hanno contribuito a riaccendere in me quella passione che con il
tempo (e a causa di alcune spiacevoli circostanze) si stava affievolendo. Ed
ecco l’invito di Salvatore di scrivere su questo sito per far partecipi i
suoi lettori di questa bella esperienza.
Sin da bambino rimanevo meravigliato ogni volta che alzavo gli occhi al
cielo; rimanevo catturato sia dallo splendido colore azzurro di giorno, che
dalle tante fiaccole di notte. Ho iniziato così le mie prime osservazioni a
undici anni circa, con il binocolo 12x50 di mio padre, sia di Luna e pianeti
(ricordo che appoggiavo il binocolo impilando vari oggetti … non avendo un
treppiede!) sia di ammassi aperti. Che emozioni di stupore, meraviglia,
piccolezza … Questa mia passione cresceva a tal punto da rendere inevitabile
l’acquisto, a sedici anni, del mio primo telescopio! Un riflettore da 150 mm f/5:
purtroppo
però la gioia venne presto spenta dal constatare che le ottiche erano
danneggiate a causa del distacco del secondario durante il trasporto.
Inoltre mi hanno fatto notare che la posizione dello specchio secondario non
era corretta (cioè non presentava quel decentramento rispetto al tubo ottico
che dovrebbe caratterizzare un f/5) e in aggiunta non era possibile
sistemarlo, perché le razze a sostegno del secondario erano fisse … così ho
osservato per circa dieci anni con un telescopio non operante secondo le sue
vere capacità, e perennemente scollimato; ma la passione e l’attrattiva per
il cielo hanno compensato queste carenze di tipo “tecnico”, regalandomi
innumerevoli soddisfazioni!
Attualmente sono ancora in possesso di un’ottica da 150 mm (f/5) della ORION
(sulla montatura equatoriale del precedente telescopio), acquistato nel ramo
dell’ usato (questa volta in condizioni ragionevoli), su suggerimento di un
astronomo, direttore di un osservatorio posto vicino casa mia. Così, grazie
a questo nuovo strumento e grazie soprattutto ai libri di Salvatore, per me
si è aperto un nuovo mondo (o meglio, universo …)! Ora mi diverto a cercare
di osservare deboli galassie (sono innamorato del deep-sky) al limite della
visibilità del mio strumento (grazie anche al poco inquinamento luminoso di
cui godo), e scrutare tutti i possibili particolari (almeno quelli alla
portata del mio strumento) sulle nebulose più conosciute, oltre che ammirare
più dettagli possibili sui pianeti (memorabile l’opposizione di Giove di
quest’anno), sulla Luna ecc …
“Auguro ai miei lettori uno splendido viaggio oltre i confini del sistema
solare, della galassia e di se stessi” (S. Albano, L’arte di osservare con
il telescopio). Questo viaggio ha da sempre accompagnato le mie
osservazioni, soprattutto il viaggio infinito dentro me stesso. Quel
sentimento di sproporzione che mi accompagnava da bambino, poco a poco è
maturato nel desiderio di capire il senso della vita … Ora, a ventisei anni,
ogni volta che mi accosto all’oculare, non posso non esclamare come
Leopardi:
“… e quando miro in cielo arder le stelle; dico fra me pensando:
a
che tante facelle?
Che fa l’aria infinita, e quel profondo infinito seren?
Che vuol dire questa solitudine immensa? Ed io che sono?”
(G. Leopardi,
“Canto notturno di un pastore errante della’Asia” vv.79-89).
Ha perfettamente ragione Salvatore, nell’affermare che l’osservazione del
cielo è una vera e propria arte! Non riesco solo a definirlo come un
passatempo, hobby, ecc … ma a me sembra che l’uomo sia spinto verso le
stelle, per il de-siderio (che non a caso significa nostalgia delle stelle
…) di capire l’origine e il perché di tutto, delle cose e della realtà.
Grazie Salvatore, perché mi hai fatto capire che il miglior telescopio è
quello che possediamo e che va sfruttato al massimo delle sue (e nostre)
possibilità! Mi hai fatto capire che vale sempre la pena mettersi ad
osservare, anche quando le condizioni non sono favorevoli, perché anche se
il cielo è unico, ogni notte è diverso, riservando sempre delle piacevoli
sorprese ai suoi osservatori. Mi hai fatto capire infine, che bisogna
accostarsi all’oculare e al cielo come i bambini, divertiti, si accostano a
un regalo, con lo stupore e la meraviglia di osservare quanto è bella la
sorpresa! “L’ignoto genera paura, il Mistero genera stupore.” (don Luigi
Giussani).
Ancora grazie, perché ho veramente fatto esperienza che si cresce fidandosi
e affidandosi all’esperienza di un altro. |