Le costellazioni estive sono molto ricche delle varie tipologie di oggetti del profondo cielo; abbiamo solamente l’imbarazzo della scelta. Ricordo
una bella nottata passata a 2600 metri, trascorsa interamente a gironzolare quasi a casaccio tra le varie costellazioni, con un binocolo 20X100. Continueremo la saga anche nel mese successivo!
Ngc 6960-92-95 (Velo) – Residuo di supernova - mv 7 – Dim. 70’x06’/60’x08’/12’ Costellazione: Cyg –
Osservazioni con il 50 cm
Osservare dettagli al limite della visibilità, per di più, di natura squisitamente fotografica, rappresenta senz’altro lo scopo principale dell’osservatore del cielo profondo. Il crescente inquinamento luminoso, rappresenta un gravissimo ostacolo al raggiungimento di un simile traguardo. Conosco alcuni astrofili, che non sanno più dove
recarsi per effettuare lunghe pose del cielo profondo, in quanto anche a 60 km da una città come Torino, il cielo (a 1600 metri), risulta troppo inquinato per questo scopo!
Possiamo utilizzare due metodi per cogliere dettagli sempre più minuti e diafani; uno è rappresentato dall’utilizzo del ccd, l’altro, l’osservare con un’apertura decisamente grande.
Non dobbiamo – erroneamente – credere che basti solamente il diametro, anche (e soprattutto) la lavorazione ottica deve essere di prim’ordine, e l’eventuale utilizzo di filtri interferenziali deve essere tenuto nel giusto d’acconto.
Avendo già trattato la nebulosa Velo (vedi settembre
2004), in questa occasione voglio riportare, quanto osservato con il dobson da mezzo metro, dall’eccellente lavorazione ottica, sotto un cielo d’alta montagna in ottime condizioni di trasparenza atmosferica, e buon seeing:
66X/133X – Vedo perfettamente Ngc 6992 curvare nel brandello etichettato come Ngc 6995; i filamenti sono ben visibili e colorati, (giallino-arancioni), riesco a distinguere la parte esterna di tali filamenti, molto tenui e delicati (IC 1340).
Ngc 6960 con la stella 52 Cygni rappresenta uno spettacolo tremendamente alieno!
La 52 Cygni appare di un vivo colore arancione, mentre la nebulosità appare molto fine e ben contrastata, con i filamenti che s’intrecciano come se partecipassero a un grazioso gioco cosmico; in alcuni punti si sovrappongono e la
loro forma mi ricorda quella di un grande arco, con la 52 Cygni alloggiata verso la punta della freccia, il campo appare gremito di stelline tanto fitte e fini da disorientare…
L’aggiunta del filtro OIII rende i filamenti decisamente più intricati e complessi, con l’aggiunta di vari chiaroscuri. La “curva” tra Ngc 6992/95, guadagna notevolmente in dettaglio, ora il contrasto tra i vari filamenti è palese e appaiono altri brandelli nebulari sparsi attorno ai filamenti principali.
(Ariete da 508 mm a Colle del Nivolet).
Una bella, spettacolare, ricca ma indiretta, fotografia, potrà far rimpiangere
un simile spettacolo?!
M16 – Nebulosa + ammasso aperto - mv 6 – Dim. 35’x28’ – Costellazione: Ser
E’ stato riportato in un libro di fotografia astronomica, che la nebulosa
"Aquila" è un oggetto esclusivamente fotografico, ma non ne capisco il motivo visto che, sotto cieli tersi è visibile con qualsiasi strumento! Personalmente ho osservato questa nebulosa anche sotto cieli relativamente inquinati, con binocoli di grosse dimensioni o con strumenti dal piccolo diametro muniti di filtri interferenziali.
Ovviamente strumenti piccoli mostreranno l’ammasso stellare immerso in una nebbiolina ovattata, senza particolari. Utilizzando l’ottimo binocolo Vixen 20X125, sotto un cielo perfetto, vedo l’Aquila
immersa un mare di minute stelline, distinguo – ovviamente - l’ammasso di stelle ivi immerso e, stacco bene la nebulosità. Con la visione distolta intravedo alcuni chiaroscuri.
Per distinguere le nebulosità oscure che si possono ammirare nelle fotografie, si rendono necessari strumenti da 250 mm in su, magari muniti di un buon filtro interferenziale (OIII).
133X con OIII – la nebulosità è evidente e molto ben contrastata, altrettanto evidente è l’ammasso stellare immerso, composto da stelle variamente colorate. Vedo una nebulosità oscura a forma di V con l’apertura rivolta verso nord, con le estremità a ovest che di “trasformano” nei cosiddetti “pilastri della creazione”, somigliano a dita umane. Si vedono le cime delle macchie oscure, nerissime e molto contrastate con la nebulosità di fondo, che si insinuano nella parte più brillante di una nebulosità dal colore verdastro-rosato. (Ariete da 508 mm a Nivolet).
Ngc 6891 – Nebulosa Planetaria – mv 11,7 – Dim. 15” – mv stella centrale 12,4 - Costellazione: Del
Nell’osservazione delle nebulose planetarie, la focale del telescopio rappresenta un fattore importante, mentre le condizioni di cielo sono meno restrittive rispetto alle
nebulose diffuse e – in special modo – alle galassie, infine, l’aggiunta di un filtro OIII diventa quasi un obbligo! La planetaria che ci apprestiamo a osservare non è certamente un oggetto facile, questo per l’estrema ricchezza del campo in cui si trova immersa; paradossalmente la si rintraccia meglio sotto un cielo moderatamente inquinato!
Uno strumento da 150 mm munito di un filtro interferenziale, potrà mostrarcela come una stellina sfocata. Strumenti dal diametro più generoso, la mostrano più facilmente, anche se
continua ad accompagnarci una certa mancanza di dettagli .
Strumenti da 300 mm in su cominciano a evidenziare una forma non propriamente sferica:
495X – la vedo abbastanza facilmente, esibisce una forma che ricorda un pallone da rugby, vedo una stellina di mv 11,2 proiettata sul suo bordo ovest. La stellina centrale è nascosta dall’alta brillantezza di questa planetaria in prossimità del suo centro. L’aggiunta dell’OIII ha come effetto quello di far sparire molte stelline di campo, e nel contempo far snellire la planetaria, quel tanto che basta da permettermi di distinguere la stellina centrale. Ora vedo anche alcune irregolarità, del tipo una struttura a guscio. (Celestron 14 sotto un buon cielo suburbano).
Forza dunque, e gustiamoci le meraviglie celesti ogni volta che il cielo permette.
Ngc 6934 – Ammasso Globulare – mv 8,9 – Dim. 5,9’- Classe 8 - Costellazione: Del
Quest’oggetto si trova circa 4° a sud/ovest della stella Epsilon Delphini, un bell’astro azzurro di mv 4. Questo globulare è stato scoperto da W. Herschel nel settembre dell’anno 1785, risulta un oggetto di non facile risoluzione con diametri medi; un 200 mm potrà darci l’impressione di risoluzione, ma con tutta probabilità si
tratterà solo di una forte granulazione, anche se chi scrive, è riuscito a “tirar” fuori qualche stellina (a fatica) osservando con l’apocromatico da 155 mm. Un diametro da 250 mm è in genere richiesto per strappare delicate stelline nella parte periferica dell’alone, a parte una stellina arancione di mv 9 visibile anche nei più piccoli diametri. Inutile dire che per una risoluzione più spinta ci vuole un diametro superiore ai trenta centimetri, dove si potrà godere davvero di un bello spettacolo, specialmente sotto un limpido cielo d’alta montagna, vista la bellezza del campo circostante l’ammasso.
Più importante della trasparenza del cielo è il seeing; 95X – E’ letteralmente fantastico! Vedo una forte granulazione, e – netta – una stellina di colore arancione immersa nel suo bordo a ovest; il campo è pieno di delicate stelline. 276X – Lo risolvo nell’alone. 495X – Lo risolvo più agevolmente ma risento del seeing non proprio eccezionale, l’immagine appare accattivante. (Celestron 14 in postazione suburbana). Non appena avrò puntato il mezzo metro su quest’oggetto ne riparleremo sicuramente, nel frattempo se avete osservazioni su questo ammasso vi sarei grato se me le comunicaste.
Ngc 6857 – Nebulosa Emissione – mv 11,9 – Dim. 40” – Costellazione: Cyg
Possiamo cercare questa bella nebulosa circa 2° verso est della stella rossa Chi Cygni di mv 3,3 (var).
Questo oggetto viene molto spesso scambiato per una nebulosa planetaria, è così la catalogai nei miei quaderni, ma, ad una ricerca approfondita ho appurato che si tratta di una nebulosa a emissione, o una regione di HII.
E’ comunque facile scambiarla per una planetaria, date le dimensioni e – soprattutto la forma, se poi consideriamo il fatto che risponde molto bene al filtro OIII, la confusione diventa totale! Viene riportata come nebulosa planetaria anche su molti software astronomici.
Possiamo osservarla con un’apertura da 200 mm, che la mostra chiaramente anche se debole; per cominciare a cogliere alcuni dettagli, saranno necessari diversi centimetri d’apertura in più.
Sotto un cielo di montagna, limpido ma con una certa luminosità di fondo a causa di foschia, ne riporto la seguente
descrizione: 78X con OIII – In un mare di stelline riesco a vedere una piccola nebulosetta dall’aspetto un po’ squadrato e soffuso.
166X – La sua forma ora è palese, sembra una clessidra; brillante verso il centro, sfuma gradatamente verso l’esterno. (Celestron 14).
Se avete osservazioni di questo oggetto, sarei grato a chi me li mandasse tramite posta elettronica.
41 Aquarii – mv 5,6/7,1 – Separazione 5” – A.P. 115°
Le stelle doppie hanno un’importanza cruciale in astronomia: servono per misurare le masse
delle stelle, (quando il parametro dell’inclinazione dell’orbita è noto, sarà possibile stimare la massa delle singole componenti), in astrofisica, come comodi laboratori dell’evoluzione stellare, (confrontando la massa delle componenti, se ne può dedurre un differente
pattern evolutivo), ecc.. E’ pensare che W. Herschel le scoprì per puro caso! Oltre a ricoprire un ruolo così importante per la scienza del cielo, le stelle doppie rappresentano un vero spettacolo celeste.
La 41 aquarii – localizzabile circa 3° a est, dalla famosissima nebulosa planetaria ngc 7293,
(Elica), fu scoperta da W. Herschel nel 1823, mostra un incredibile contrasto di colori, tanto da essere paragonata alla famosa doppia nel Cigno, Albireo.
Può essere osservata anche in un piccolo strumento, anche se una grande apertura potrà rendere maggiormente giustizia della bellezza cromatica di questa coppia. Un buon rifrattore apocromatico, potrà fornirci un’immagine davvero appagante di questa stella;
220X – E’ davvero meravigliosa! Con un seeing non proprio eccelso, rende particolarmente bene; la primaria mostra un bel colore arancio e la secondaria è blu,
(vedi disegno), mostrando un contrasto davvero straordinario. (Astro-pysics
155 mm EDF).
Non trascuriamo le stelle doppie, dal momento che possono essere osservate anche in condizioni di cielo non propriamente idilliache per nebulose e galassie…
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