Meade Schmidt-Cassegrain 254 mm

Dati tecnici:

Diametro 254 mm

Rapporto focale f 10

Lunghezza Focale 2500 mm 

Peso 38,5 kg (con montatura)

 
Uno dei maggiori problemi che affligge la stragrande maggioranza degli astrofili, è rappresentato dall’inquinamento luminoso. Spesso un’apertura relativamente grande viene ad essere fortemente penalizzata proprio da questo fattore, si rende quindi necessaria la ricerca di un sito non inquinato dalle luci della città (sono pochi i fortunati che abitano in luoghi non affetti da questo grave problema) ma molto spesso tra noi e questi luoghi ci sono molti chilometri da fare, la trasportabilità diviene quindi la principale protagonista nella scelta di un telescopio astronomico. La configurazione ottica del tipo Schmidt-Cassegrain, riesce soddisfare i requisiti di qui sopra, abbinando grandi aperture (fino a 350/400 mm di diametro) con una trasportabilità ancora ragionevole. 
Spesso si dice che questi strumenti sono penalizzati da una forte ostruzione centrale, (data dalle dimensioni dello specchietto secondario), ed in parte è vero, però il vero problema risiede nella collimazione, nel senso che uno strumento ben collimato sfodererà immagini più contrastate e incise. Diciamo perciò che è la collimazione ad essere trascurata (troppo spesso) dai possessori di simili strumenti. Non bisogna aver paura di regolare lo strumento che si possiede, in caso contrario rischiamo di lavorare con uno strumento in grado di dare si, ottime prestazioni, ma utilizzato molto al di sotto delle sue reali possibilità, donde una delusione spesso cocente. Un problema reale – inutile tacere – è rappresentato dalla produzione commerciale di questi strumenti, (ma questo vale per tutta, o quasi, la produzione commerciale di strumenti), con una qualità notevolmente variabile da esemplare a esemplare, anche se negli ultimi anni questo problema tende a ridursi, è comunque ancora presente. 

Ho utilizzato per anni questi strumenti, ricavandone delle belle soddisfazioni. Decorosa, (anche se non eccellente), la prestazione su pianeti, Luna e stelle doppie. Buona sugli ammassi aperti, e molto buona sui globulari. Molto buona anche per le galassie e le nebulose planetarie. Ricordo con viva emozione l’incantevole visione dei crateri lunari. In una serata di buon seeing, il cratere Copernico mostrava chiaramente la struttura terrazzata, e numerosi particolari interni. Mentre durante un’opposizione di Saturno ho avuto una visione incantevole del pianeta a 625X! Anche le galassie M65/66 nel Leone cominciavano a svelare la loro natura di spirali. Ma (purtroppo) le stelle si presentavano sempre come piccoli palloncini, specialmente nella versione LX 5, ormai fuori produzione.

Per quanto riguarda il modello LX 200; viene fornito con un robusto treppiede di alluminio ad altezza regolabile, montatura altazimutale a forcella, con la possibilità di montare la testa equatoriale, un cercatore 8X50 e un diagonale a specchio da 2" con adattatore da 31,8 mm. Il computer di puntamento attivo LX 200 con 64.000 oggetti in memoria. Un oculare da 26 mm, e una grossa valigia per il trasporto.  I muovi modelli vengono forniti con il sistema GPS e con la lastra correttrice trattata alla fluorite. 

Ho posseduto e usato due varianti di questi strumenti, da 10”: le versioni LX 5 e la LX 200 della Meade. Veniamo alle ottiche: Per quanto riguarda il secondo esemplare erano decisamente migliori del primo, anche se quest’ultimo riusciva a sfoderare ancora delle belle immagini. 

LX 5 – Mi è piaciuto 
Ottimo il cercatore 9x60 con visione a 90°, (anche se di laborioso utilizzo), a reticolo illuminato. Possibilità di collegare un computer di puntamento passivo. La grande disponibilità di accessori opzionali. 

Non mi è piaciuto 
Ottica non proprio eccellente, (almeno l’esemplare che ho avuto). Elevata image shift, (spostamento dell’immagine al momento della messa a fuoco). La lastra correttrice tende ad appannarsi facilmente. Vibra troppo in versione equatoriale. Montatura con elevato errore periodico, (35”/40”), anche se dotata del sistema smart drive, in grado di contenere in parte l’entità di questo periodismo. 

LX 200 

Mi è piaciuto 
Ottica decorosa, (anche se non proprio eccelsa). Buon trattamento sulla lastra correttrice. Image shift abbastanza contenuta. Forcelle molto robuste e una stabilità davvero mostruosa nella versione altazimutale. Eccellente sistema di puntamento automatico attivo, (uno dei migliori che abbia mai provato), con sistema HP (high precision), ossia di alta precisione, molto utile per le riprese CCD. Robuste maniglie per il trasporto. Treppiede robusto. La possibilità di dotarlo con numerosi accessori opzionali. 

Non mi è piaciuto  
Troppo rumoroso durante il puntamento (8° al sec). Lastra correttrice che tende ad appannarsi facilmente. Decisamente instabile in versione equatoriale. Errore periodico montatura elevato (40”/45”), anche se dotata del sistema smart drive, in grado di contenere in parte l’entità di questo periodismo. 

Giudizio: Un buon telescopio tuttofare.

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